2 giugno 1981, Ciao Rino. Un incidente stradale stronca la vita di Rino Gaetano
Creato il 02 giugno 2012 da Yellowflate
@yellowflate
31 anni fa. il 2 giugno 1981. Un tragico incidente stradale stronca Rino Gaetano.
Il mito di Rino, il folletto, il re italiano del nonsense, non è mai morto.
Rino , magrissimo, capelli arruffati, abiti coloratissimi, canzoni semplici ed espressive. Rino che metteva in musica la vita dei proletari negli anni del boom, quella di Berta, . “…..Berta filava e filava la lana,/ la lana e l’amianto/del vestito del santo che andava sul rogo/e mentre bruciava/urlava e piangeva e la gente diceva: “Anvedi che santo vestito d’amianto”/, quella dell’operaio della Fiat di Torino Mirafiori, “Hai finito il tuo lavoro/hai tolto trucioli dalla scocca/è il tuo lavoro di catena/che curva a poco a poco la tua schiena/neanche un minuto per ogni auto/la catena è assai veloce/e il lavoro ti ha condotto/a odiare la 128…” un semi ironico spaccato della vita di stabilimento fatta da migliai di giovani italiani, e poi l’emigrante del sud: ” E partiva l’emigrante e portava le provviste/ due o tre pacchi di riviste /E partiva l’emigrante ritornava dal paese /Con la fotografia di Bice bella come un attrice /E cantava le canzoni che sentiva sempre a lu mare /E partiva il mercenario con un figlio da sfamare/e un nemico a cui sparare “, o quella di Agapito Malteni, il ferroviere pugliese del treno carico di migranti italiani.
Rino Gaetano un cantautore impegnato e coraggioso, affrontava con leggerezza e passione la protesta una realtà italiana che ancora non sembra mutata: “Fabbricando case ospedali casermoni e monasteri/fabbricando case ci si sente più veloci e più leggeri/fabbricando scuole dai un tuo contributo personale all’istruzione/fabbricando scuole sub-appalti e corruzione bustarelle da un milione/fabbricando case popolari biservizi secondo il piano regolatore….” oppure: ”abbasso e alè con le canzoni/senza fatti e soluzioni/la castità/la verginità/la sposa in bianco il maschio forte/i ministri puliti i buffoni di corte
ladri di polli/super pensioni/ladri di stato e stupratori/il grasso ventre dei commendatori…”.
Canzoni profonde e ricche si senso, musica semplice, orecchiabile persino ballabile, allegra e melodica nel contempo fanno da sfondo a parole che per troppi non hanno senso e per molti invece sono veri inni di protesta, lotta e denuncia, un cantante scomodo forse Rino, giovane calabrese senza timore e paure:
“Cittadini lavoratori alle ore/diciotto il nostro/beneamato segretario sarà con noi/…”
Rino cantore anche di donne, donne libere, di amore e stagioni di vita, canzoni cariche di ricordi melanconici, colori vivaci e spenti, volti di donne e storie di sesso e tradimento raccontate con saggia maestria che ancora nessuno è mai riuscito ad imitare. Lui, l’eroe a tempo perso di Io scriverò “Io scriverò se vuoi perché cerco un mondo diverso, con stelle al neon e un poco d’universo e mi sento un eroe a tempo perso”.
Trentanni dopo, buona parte della gioventù italiana ascolta quelle canzoni mito di una generazione oramai passata, forse non ne conosce il senso, forse solo per la dolce cantabilità delle note di Rino, ma tutti i giovani nel loro ipod e nel loro lettore mp una collectio di Gaetano la hanno.
Rino quello degli spaccati sociali, quello delle donne e del sud ” Ad esempio a me piace vedere/la donna nel nero del lutto di sempre
sulla sua soglia tutte le sere/che aspetta il marito che torna dai campi”
Una figura emblematica la sua, forse mai nemmeno capita, racchiude in sè il genio ed il mito di chi vive dopo la morte fisica, una musica ed un canto rivoluzionario che oggi insegna ai giovani la storia di una Italia contemporanea forse meglio di quanto possa essere fatto dalla lettura dei testi e chissà che le canzoni beffarde di Rino non possano regalare qualcosa alle generazioni presenti e future.
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