La richieste si sprecano, ma il vecchio inossidabile del nostra caro ed amato presidente della Repubblica Italiana non demorde, cazzo!
No! La sfilata si farà, non ci sono bambinate che tengano. Voglio vedere gli aerei, voglio vedere i fucili, le mitragliatrici e il passo imperioso dei militari inquadrati, sentire il vociare degli ordini. Non posso non esserci, mi ricordano da giovane quando frequentavo il GUF e con passo gagliardo sfilavo nelle file della Gioventù Fascista Universitaria. Certo, “in quegli anni Il GUF era in effetti un vero e proprio vivaio di energie intellettuali antifasciste, mascherato e fino a un certo punto tollerato“, non avrei potuto esserci, ovviamente. Ma lì ho imparato la bellezza del militarismo, del rispetto e dell’onestà intellettuale, la serietà e l’affidabilità della parola data. Noi fascisti, comunisti antifascisti…insomma, noi, quelli della cerchia più stretta, quelli legati a Togliatti, un patriota italiano, sappiamo cosa vuol dire una sfilata militare, e che diamine!
Purtroppo la lunga permanenza nella politica mi ha distolto dalla vita militare che ho sempre amato e l’evento che mi ha fatto capire l’importanza di questa parte fondamentale di una nazione è stato quel magnifico episodio che altri deprecano, in cui le forze armate russe entravano a Budapest. Un evento straordinario, di primaria bellezza. Non avevo mai visto una parata del genere. Quale bellezza può dipingere l’animo di chi come me è sempre stato attento al rispetto dei popoli e delle sovranità nazionali.
Il crepitare della mitraglia, il calpestio dei squadroni, i colpi secchi degli Ak mi hanno così positivamente e profondamente impressionato da non dimenticarlo. Il caso odierno quindi è di estrema importanza per una nazione come quella italiana, perché “la Repubblica non può rinunciare a celebrare la sua nascita, le istituzioni del Paese devono dare esempio di fermezza e serietà”, perché “anche in questo momento le istituzioni devono dare esempio di fermezza e serenità. Non possiamo solo piangersi addosso. Abbiamo il dovere di dare un messaggio di fiducia. E ci sono le ragioni per farlo.
Mi auguro quindi che le forze politiche si uniscano al mio piacere e all’ammirazione di un momento unico e irripetibile per l’Italia come quello del 2 giugno che ci ricorda e ci porta ai momenti in cui i nostri padri e noi, della vecchia guardia, volgevamo le spalle al nemico per iniziare la nostra attività antifascista che ci vede indenni e superstiti da allora.