Dal 1861 ad oggi ben pochi sono stati i momenti esaltanti di questa nostra giovane storia unitaria nazionale. Si tratta di una mia opinione, è ovvio. Altri potrebbero accontentarsi di molto meno. Ma in effetti, tolti quattro titoli mondiali di Calcio, il risultato dei lavori della Costituente, Cicciolina in Parlamento e qualche altra cosuccia, ripeto, pochi momenti mi rendono veramente orgoglioso. Sì, ci sono state forti intenzioni in passato nel senso di incrementare l’orgoglio nazionalistico, proposizioni imperiali e militaresche, ma il risultato quando non altamente drammatico è stato quanto meno macchiettistico. D’altronde le fatue parate non mi piacciono neanche ora. Se c’è stato un momento chiave in tutta la nostra storia patria (riappropriamoci di un termine malamente utilizzato), un dignitoso attimo baluginante di fiero fulgore, questo è da riferire alla data del 2 Giugno 1946. Lo dico con fare pomposo perché tale circostanza ne è pienamente degna. Suffragio universale – e non so se tutti se ne rendano conto – la prima volta in cui le donne hanno potuto votare in Italia. Mi sembra già un buon motivo per festeggiare oggi. Ma non basta, il risultato del Referendum Istituzionale condusse l’Italia fuori dall’oscura Monarchia che ci governava da quel 1861 citato in capo all’articolo. E se si pensa a quante brutte figure l’Italia ha evitato, a quante vanesie apparenze scongiurate grazie alla scelta elettorale, allora non servono altre parole per giustificare solenni celebrazioni a quella che è l’unica festa, la più importante tra tutte le ufficiali e ufficiose. Viva la Repubblica, buona festa a tutti.Gaetano CelestreLa” frameborder=”0″ allowfullscreen> Marcia su Roma