Magazine Diario personale
2 o la Seconda regola. Per avere una vaga speranza di essere letti...
Da Dreamerjuls @juls_thedreamerAltra regola all'apparenza banale ma che, vi assicuro, non lo è affatto.
Tra letture professionali e come giurata, quasi l'80% di quello che ho letto era di natura autobiografica o spiccatamente tale anche se lo scrittore si celava dietro un altro personaggio (di solito quand'è così mi spiace, non la date a bere a nessuno!).
Il problema è che tutti noi pensiamo di aver avuto una vita speciale, o almeno elementi di essa che possono esserlo...
La ragione per cui scrivere di sé nell'80% delle volte non funziona è duplice:
- Solitamente agli altri non gliene frega nulla di quello che noi invece riteniamo importante;
- Le cose che abbiamo vissuto difficilmente riusciremo a modificarle per piegarle alla materia narrativa. Risulteranno quindi nella migliore delle ipotesi artefatte, finte (la risposta principale alle critiche poste su questi romanzi: "ma è successo davvero". Sì, ma questo non lo rende narratibizzabile).
Bisogna avere uno stile unico per riuscire a rendere interessante il nostro vissuto e, scusate la franchezza, solo un 5% di esordienti lo possiede al primi romanzo. Oppure ovviamente avete scalato l'Everest con i denti.
E allora? Se avete seguito o letto un corso di scrittura creativa o avuto modo di ascoltare/leggere un autore che parla della scrittura saprete che spesso viene detto "scrivete di ciò che conoscete".
Ecco... Questo NON vuol dire che dovete partire scrivendo cose autobiografiche, ma che in qualunque bizzarra trama inventiate è importante che non la ambientiate in finlandia se non la conoscete affatto, ma in un luogo a voi familiare, di cui conoscete gli odori, il clima, le peculiarità nella parlata. E allo stesso modo date ai vostri personaggi caratteristiche che ben conoscete e amate (o odiate!) in chi vi sta attorno.
Pensate a Tolkien o anche a Camilleri e a come, pur trattandosi di letteratura di genere, i loro romanzi abbiano così grande impatto: non è un caso, ve l'assicuro.
Questo non vuol dire che se vi preme raccontare di una cosa in particolare non dobbiate farlo: costruiteci però qualcosa attorno, si tratti di una trama di genere o meno, ma che sia sufficiente ad "allontanare" da voi ciò che raccontate.
Se invece avete scritto di voi e non volete cambiare una riga della storia, mettete per ora quel romanzo da parte e avventuratevi in un'opera di fantasia.
Vi aiuterà anche nel migliorare la vostra scrittura, cosa che vi tornerà utile quando e se, più rodati, vorrete affrontare l'autobiografia.
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