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2. Spiagge

Creato il 16 marzo 2012 da Fabry2010

Pubblicato da fabrizio centofanti su marzo 16, 2012

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Amerigo non sa stare fermo. Fa la guida turistica, dopo essersi iscritto a medicina. Le tavole anatomiche lo hanno messo in fuga. Non è affare suo tenere a mente ossa, muscoli e nervi. Le membra lo interessano dal vivo, le braccia di Futura, per esempio, le gambe tornite, i seni pieni e delicati nello stesso tempo. E’  un’ossessione: ogni volta che parte, gli sembra di andare incontro a lei; e chi gli impedisce di pensarlo?
- Questa è Rue Rambuteau; quella, la libreria tedesca.
- Possiamo entrare?
- V’interessano le opere in tedesco?
E se ci fosse lei, come commessa? Che ci farebbe, qui? Ma chi gli impedisce di sognarlo?
- Va bene, entriamo, si vendono anche cartoline.
Guardi le copertine, scorri i titoli: Leopard, Hummeldumm, Gezeichnet. Le facevi la corte sulla spiaggia, c’eri quasi riuscito, poi arriva il tedesco e lei ci casca, il fascino discreto dell’esotico; provi a dirgli che c’è un’altra molto meglio, ma lui niente,  non sa una parola d’italiano. La notte te la porti lo stesso in riva al mare: non c’è nessuno, è buio, solo uno spicchio invisibile di luna fa luce in qualche parte recondita di cielo.
- Fatto? Più in là c’è un ristorante.
- Cos’è quella scultura?
Non ci avevi fatto un caso: sembra un gatto.
Ha un costume intero a righe bianche e blu. Come si fa con questa roba?
- E’ un gatto, non lo vede?
- Che ci fa una statua di gatto in cima a una colonna?
E’ chiaro: devi sfilarle le spalline. Perché sta qui, se è impallinata col tedesco?
-
Signora, che vuole che ne sappia?
- Ma come, lei è la guida!
Forse sarebbe meglio darle un bacio. E se fosse il contentino prima di andarsene col crucco?
- Bene, andiamo a mangiare, mi pare che facciano la pasta.
- Le pare? E’ la prima volta che ci viene?
Un impeto di rabbia ti sale fino agli occhi: e se ti stesse sfruttando? Se facesse le prove per togliersi la ruggine? No, il bacio lo salti, andiamo al sodo.
- La faccia finita, a ognuno il suo mestiere.
- Non mi pare che lo faccia tanto bene.
Vorresti stare dalla parte opposta del pianeta. Abbassi le spalline come fossero spaghi di una valigia di cartone. Ecco, la smania di partire, di lasciarli là, trovarti un posto dove nessuno fa domande e non dovresti sapere cosa sia quel maledetto gatto.
- Zitta, stronza.
- Cosa? Io la denuncio!
E’ un’impresa, questo cazzo di costume: sembra appiccicato, una cosa sola con la pelle. La luna è un ghigno di traverso nel faccione nero della notte.


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