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20. Sei sicuro?

Creato il 02 ottobre 2011 da Fabry2010
20. Sei sicuro?

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Prima o poi, Marx si affaccia alla tua vita.
La bambina ha un viso spaventato, percorso da una smorfia, cammina veloce, la mano stretta a quella di suo padre.
Bisogna dire che è difficile capirlo veramente.
Le fiamme disegnano figure inverosimili: un orso seduto in poltrona, un lampadario sospeso nel vuoto, una donna inginocchiata, come se pregasse.
Non è così per tutto? Non dobbiamo scavare ancora e ancora, prima di comprendere il senso di ogni cosa?
Un giovane con la tuta bianca, incappucciato, cammina sulla strada piena di schegge e di detriti.
E poi: non è vero che ogni cosa è collegata a un’altra, per cui bisogna tessere e ritessere la tela fino a scoprire un disegno articolato, diverso da quello che avremmo immaginato?
La ragazzina piange, con la camicia a righe sporca di terra, il poliziotto, di spalle, ha un casco blu con la scritta di colore giallo.
Qualcuno ha detto che, se conosco una cosa, conosco tutto, perché l’amore unisce ciò che tocca.
L’agente ha uno scudo da antico romano e un manganello nero; i suoi colleghi, in fila indiana, sembrano un esercito marziano.
Non dovrebbe essere così anche in politica? Non sarebbe necessario tener conto di tutto, invece di chiudersi ognuno nel suo particulare?
C’è un movimento a ondate: ci si sposta a zig zag per colpire o evitare di essere colpiti. Un giovanotto finisce a terra e il poliziotto gli si getta sopra.
E il cristianesimo, non dovrebbe essere il ricupero di tutto ciò che è umano? La nostra mente è ecologica, va educata in armonia con l’ambiente in cui è inserita.
Un auto brucia: nella notte, è una stella vista da vicino; la prova che l’universo è un forno che per vivere distrugge, un accavallarsi instancabile di nascite e di morti?
E non dovrebbe, allora, il cristianesimo, integrare anche la lotta per un mondo più giusto, per una distribuzione delle risorse disponibili, per il superamento della divaricazione crescente tra ricchezza e povertà?
A guardarla meglio, la fiamma produce immagini inquietanti: un profeta che grida a braccia alzate, una bocca di squalo, che addenta la vittima di turno.
Guai a chi pretende l’esclusiva dei valori, a chi vorrebbe incollare peso e prezzo sugli articoli del credo.
Altri due, coperti da un cappuccio, sfondano la porta di una banca.
Se Marx si affaccia alla tua vita, non puoi non trovare dei valori, una battaglia assente nella corsa dei ricchi al capitale.
Entrano dentro e portano via borse e valigette.
E’ impensabile una società capace di cancellare i debiti, di chinarsi su colui che è caduto, di prendersi cura di chi è stato travolto dalla vita?
La falange bluastra procede in assetto di guerra, si ripara dai sassi, contrattacca.
Si può dire che la terra sia di tutti ed è un furto pensare di appropriarsene?
Alla fermata dell’autobus, un ragazzo solleva le palme delle mani, come a dire che lui non c’entra niente.
E’ possibile dichiarare che la proprietà privata esiste limitatamente, che non siamo padroni, ma amministratori?
La folla che corre, un rumore di catene, voci che s’intrecciano e confondono: il grido, il pianto, la minaccia.
E che a me spetta ciò che è necessario, perché la terra possa essere di tutti?
La città è un crollare di porte, un aprirsi di uffici e di esercizi, un ventre che si offre al corpo dell’altro, che lo cerca.
E allora, Martin, sei sicuro che marxismo e cristianesimo siano incompatibili?



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