Pubblicato da fabrizio centofanti su dicembre 25, 2011
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Hai presente quand piove troppo? Sì, uno dei temporali che vorresti stare a casa a vedere che succede: l’albero che si piega per il vento, lo spessore dell’acqua che cresce fino a formare una specie di fiume senza pesci né piante, ma sempre fiume, come chiamiamo amore molte cose, anche quelle che non lo sono affatto. E’ per questo che sono a casa sua?
- Ti piace il maltempo?
- La pioggia è qualcosa di duro, la disgrazia che ti coglie impreparato, la guerra che scoppia quando meno te lo aspetti.
- E ti piace la mia casa?
Dalia ha bevuto molto, come non ha mai fatto in vita sua. L’uomo riccio che ha davanti è quello che cercava: un modo per sfuggire all’angoscia che le scava un baratro nell’anima. E’ un cantautore, le sembra che abbia un fascino speciale. Cosa c’è di meglio di una notte di pioggia per ritrovarsi con qualcuno che ti ascolta?
- Sì, mi piace.
E’ il suo momento. Può fare ciò che vuole, Fausto starà pensando all’ennesima avventura. Lo ama veramente? Non si è sentita sempre trascurata, disprezzata, sotto il velo viscido di una diplomazia che non riesce più a scusare? Il presidente! La sua casa editrice è la più prestigiosa, a livello nazionale. Ne sforna di libri: ma non rischia di lasciarsi sfuggire il romanzo della vita? Un capitolo così, tanto per dire: è sola, di notte, con un uomo che le piace da morire. Se lo sapesse? Sarebbe geloso?
- Le offro qualcosa?
- E’ capace di fare un irish coffee?
Sta dicendo sul serio? Un irish coffee? Per puro caso ha imparato la ricetta nel viaggio che fecero a Dublino. Meccanicamente, prende il whiskey, il caffè, la panna fresca.
- Scherzavo; ma lo fa davvero?
E’ il suo tipo: fuggire con lui? Se lo seguisse nei concerti? La musica le fa perdere la testa.
- Certo che lo faccio.
Lui parla della pioggia. Dice che è molto differente in una giungla, in autostrada o in cima a una montagna. Cosa farà, dopo aver esaurito le varianti sul sussurro del vento, le gocce che rigano le guance, il bambino dagli occhi azzurri che fissa per la prima volta i colori dell’arcobaleno? Si avvicinerà, l’accarezzerà teneramente aspettando una reazione?
- Ecco, mi dica se va bene.
- Qui va bene tutto. Lo sa che ha un bel sorriso?
Ecco, ci prova, sulla pioggia non c’è altro da dire. Forse avrebbe potuto parlare delle corse insieme, dei fulmini che ballano nel cielo come fantasmi eccitati, dell’uomo dalla faccia scura che conta i giorni del dolore con il bavero alzato.
- Trova? Non me l’ha detto mai nessuno.
- Neanche suo marito?