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2000 camosci appenninici

Da Simone D'Angelo @SimonDangel
2000 camosci appenninici

Concluso il progetto “Life Coornata” di Legambiente per ripopolare i parchi naturali del Centro Italia

A quattro anni dall’avvio si è concluso il ripopolamento del camoscio appenninico (Rupicapra pyrenaica ornata) del progetto “Life Coornata” di Legambiente. Sono 2mila gli esemplari presenti oggi nei parchi nazionali di Abruzzo – Lazio – Molise, del Gran Sasso Monti della Laga, della Majella, dei Monti Sibillini e in quello regionale del Sirente Velino.

La parte più cospicua di camosci appenninici, circa il 50% della popolazione italiana, si trova nel Parco della Majella, che ospita mille esemplari, ad oggi la maggior popolazione di questa specie nel mondo. Oltre 600, invece, sono gli esemplari sul Gran Sasso.

Il camoscio appenninico è una sottospecie endemica per l’Italia della quale, all’inizio del ‘900, sopravvivevano appena 30 esemplari in quello che sarebbe successivamente divenuto il Parco Nazionale d’Abruzzo. Senza un intervento di tutela e ripopolamento questo animale sarebbe scomparso. Il parco era stato l’unica e ultima roccaforte dei camosci fino alla fine degli anni ’80 finché non è stata avviata la creazione di nuove colonie sulla Majella, sul Gran Sasso e sui Monti Sibillini.

Secondo Antonio Nicoletti, responsabile Aree protette di Legambiente, «”Life Coornata” è un successo della ricerca made in Italy nei parchi, dove sono state sperimentate tecniche innovative di cattura e rilascio, alcune delle quali mai usate prima su questa specie come la up-net. Un dispositivo per catture collettive che ha il vantaggio, rispetto alla teleanestesia di singoli individui, di poter trasferire un certo numero di animali simultaneamente, una condizione assai favorevole per le reintroduzioni in nuove aree di animali che vivono in gruppo».

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