Nonostante sia stata quasi rasa al suolo durante la 2^ guerra mondiale, Norimberga è stata ricostruita secondo gli originari canoni medievali, rispettando integralmente gli edifici storici e seguendone lo stile per gli altri, tanto da mantenerne intatta l’atmosfera.
Dal 1400 al 1600 la città si arricchì di un vario patrimonio artistico, con le opere di Vischer e Veit Stoss il Vecchio, scultori, e dei pittori Wohlgemuth e soprattutto Duerer. Poi a causa della Guerra dei Trenta Anni la sua importanza decadde, per rinascere poi nel 1800 con la produziine dei giocattoli.
Ed oggi proprio lo Spielzeugmuseum siamo andati a visitare. Situato in un edificio di stile rococò, occupa ben quattro piani. Il più bello conserva delle bambole di tutti i tipi, materiali, fattezze e dimensioni: di stoffa, di legno, di cartapesta ma soprattutto di quello speciale tipo di porcellana chiamato “bisquit”, che rendono benissimo l’incarnato delle bambole. Ci sono poi numerose case di bambole, curatissime negli arredi, e gli accessori, quali servizi di porcellana, cristallo e perfino alabastro: un vero sogno!
Per importanza segue poi il settore dei giocattoli di metallo: automobiline, giotrine ed altri manufatti di latta, con carica a frizione o a molla, i soldatini di stagno (qui a Norimberga furono fissate le misure standard), i trenini che corrono su di un plastico, bello anche se non al livello di quello di Rablà che ho descritto qualche tempo fa, vecchi giocattoli come cavalli in cartapesta e legno, montati su ruote o dondoli. Infine si passa al reparto più moderno, interessante, ma provo del fascino di quelli prima descritti.
Appena fuori dal Museo, c’è il Weinstadl (deposito del vino) ora trasformato in un Ostello per studenti, vicino al quale c’è un’alta torre del 1200 dalla quale si diparte un ponte di legno coperto che collega le due sponde sul fiume, e su questo ponte c’era la casa abitata dal boia, da dove si recava per andare al luogo delle esecuzioni.
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