Continua il nostro "tour" per riscoprire il 2010. Un appuntamento che proporremo per tutti il periodo estivo (tutti i sabato) e se vi garba continueremo anche una volta finita la stagione. Andremo a ripercorrere il 2010 attarverso i dischi più significativi. Ogni volta presenteremo da 5 a 10 album che sono legati da un sottile filo. Le altre volte come filo conduttore abbiamo scelto l'elettronica, la musica classica, i violino, il post-punk e la settimana scorsa i songwriters stranieri. Questa settimana siamo andati a pescare dalla scena italiana e quanto di buono ci ha offerto l'anno passato. Questa è la terza e ultima parte. 2010 Rewind torna il 10 settembre.
I MISTICI DELL'OCCIDENTE - BAUSTELLE. Ritornano anche i baustelle dopo l’ottimo Amen. E il loro ritorno segna decisamente un passo indietro. I mistici dell’occidente (nonostante la sua gradevolezza, alcune canzoni interessanti, e la conferma di un Bianconi superlativo come cantautore) è un album che perde nella sua totalità per il suo voler (necessariamente) stare sulla linea che divide alternativo (inteso come massima espressione dei baustelle) dal commerciale (inteso come voler a tutti i costi piacere a tutti e non perchè l'equazione commerciale=brutto). In ogni caso un disco che comunque si fa apprezzare. Canzone preferite: I mistici dell'occidente, l'indaco, la canzone della rivoluzione, follonica.
PEGGIORAMENTI - CASA. Altro bel disco italiano d’autore che riesce a miscelare bene rock ed elettronica non lasciandosi mancare incursioni di strumenti insoliti per il genere come il sax o l’arpa. Part time e Bimbo Bumbo fenomenali.
L’ESSENZIALE – TIROMANCINO. Son trascorsi ben 6 anni dall’ultimo album registrato in studio soprattutto per la dedizione di Federico Zampaglione alla sua seconda passione ovvero il Cinema. L’aspetto forte degli album dei Tiromancino è stato sempre nei testi e questo disco lo conferma. Inoltre anche la parte musicale senza stravolgersi sembra più matura e più essenziale e ricercato, non a caso il tema il disco. “A volte mi fa quasi impressione capire che non c'è il modo per riuscire a dare un nome a quel vuoto dentro me”. Zampaglione già dalla prima traccia la butta su un’introspezione profonda accompagnata da un suono quasi radioheadiano (con tutte le dovute larghe distanze). Ah libertà libertà, ti sembra di toccarla e lei vola più in là. Se tutte le avventure cerca di riflettere sul tema della libertà e alla sua ricerca. Musicalmente meno interessante della prima. Esiste un posto è un po’ più cupa nel suono e riflette un po’ il testo che tratta la forza delle relazione quando dubbi e solitudine ci pervadono. La title-track non convince molto soprattutto per un testo meno convincente e un sound meno efficace. Dopo questo piccolo “incidente” si arriva a una delle migliori canzoni del disco: La strada da prendere che fa un percorso introspettivo notevole con un approccio musicale “santaniano” Nonostante la presenza di Fabri Fibra anche l’inquietudine di esistere mantiene un buon livello, anche se la ritengo totalmente fuori luogo per stile. A seguire la struggente e profonda Quanto ancora e la sorprendente Migrantes per l’appiglio più rock e gli urli di Zampaglione. Intervallo essenziale è invece una bella traccia strumentale che fa da apripista alle ultime due canzoni del disco: la romatica le mie notti e vite di ordinaria follia che riprende il tema della vita e dell’andare avanti.
MIDNIGHT TALKS - A TOYS ORCHESTRA. Ritorno in grande stile per questa band italiana che ha sfornato uno dei più interessanti dischi degli anni duemila. In questo disco si miscelano sonorità soft (forse il campo dove il gruppo si esprime al meglio) con sonorità più “dure” ma che non stonano nella totalità dell’album. Canzoni preferite: The day of the bluff, Red alert, Summer.
NEBULOSE – I QUARTIERI. Altra bella sorpresa italiana. Un ep di sei canzone una più bella dell’altra a partire da confessioni di un’artista di merda sino all’ultima 2009. Disco d’autore molto bello che ricorda i miglior artisit italiani in circolazione , due su tutti Marlene e baustelle. Ma oltre ai testi a colpire sono le sonorità che spaziano fra pop-rock, folk ed elettronica.
SEVEN SONGS – TWELVE DAYS OF FITNESS. Altro esordio sorprendente per un gruppo italiano che viene da Genova. Sorprendente perché l’album è un mix di vari generi fra momenti trip-hop e ambient ad episodi di shoegaze, post-rock e più indie. Inoltre una voce poco invadente ma incisiva, fanno di questo seven songs un ottimo debutto. Charles and I e Ieri/Pioggia le mie preferite.
NUOVE ESPERIENZE SUL VUOTO – LELE BATTISTA. Quando ho ascoltato per la prima volta questo fantastico cantautore mi son chiesto come mai ho dovuto aspettare solo settembre 2010 per scoprirlo. Insieme a Toys Orchestra e Paolo Benvegnu, uno dei dischi italiani e non solo più straordinari di quest’anno. Abilità nel comporre e acutezza e poesia nello scrivere. La canzone d’apertura Sull’inesprimibile apre la disquisizione sul tema dell’album ovvero il concetto di vuoto, canzone semplice, cadenzata ma molto d’effetto che mi ricorda un po’ qualche canzone di B randuardi (il gioco di parole, l’equilibrio sull’inesprimibile….si apre una porta alla gioia ed una ad un profondo senso inquieto). Il blocco del traffico è già la prima sorpresa perché musicalmente è qualcosa che in Italia non ho sentito da nessuno, un suono oscuro indie che vira a tratti sulla dark-wave. Con il mio punto debole arriva la prima chicca (grazie al pathos che riesce a creare), testo e sound perfetti che si avvolgono in maniera ineccepibile. Se con il nido ci regala una canzone d’amore dal testo molto toccante ma dal sound meno interessante, con l’arte di annoiarsi e soprattutto la filosofica l’arte di essere felici Battista dimostra tutto il suo talento soprattutto a livello di scrittura. La presenza del violini rende la già suggestiva di suo Nutrire la mente; a seguire una delle canzoni più belle del disco ovvero Profondamente dentro , che è profondamente psichedelica con tocchi di ambient/post-rock. Il livello resta alto con In parte di me (la più intimista fra le canzoni suggerendo una riflessione sul proprio io accompagnata da distorsioni musicali molto efficaci) e scende un po’ con le Cose più grandi di me (che ricorda a tratti Bersani e l’ultimo sorprendente Cremonini). Incantevole la penultima traccia Le Mani impreziosita dalla presenza del pianoforte, che è seguita dalla splendida canzone di chiusura Attento, la canzone più oscura del disco con un attacco più lento per poi esplodere con un lento ed estenuante crescendo.
THE FAUNA ET FLORA – THE RECORD’S. Di chiara matrice beatlesiana e di rimbalzo franzferdiniana, questo gruppo di Brescia sforna un bel dischetto pop-rock. Forse peccano di originalità, ma ciò non toglie che resta un buonissimo disco con il coraggio di provare qualcosa di diverso in Italia.
TEMPESTA DI FIORI – ANDREA CHIMENTI. VOTO 8- . Cantautore italiano, ex.leader dei moda, band di punta della scena alternativa italiana di qualche decennio fa. L’album si rivela unod ei migliori italiani (forse secondo solo a quello dei a t toys orchestra) grazie alla capacità compositiva originale e di struttura penetrante di Andrea. Si comincia con l’intensa Era di notte, il cui suono mi ricorda molto quello dei Deasonika, e dove la voce di Chimenti padroneggia e ci introduce alle atmosfere dolci e malinconiche che pervadono l’album. La seconda canzone pur essendo gradevole fa storcere il naso per via del testo. Assume toni Folk-rock la canzone “bellissima” meglio della precedente soprattutto nel sound, anche se a mio parere degenera nel finale con urli alla Vasco. E’ da qui che l’album si fa più interessante e si alza decisamente il livello di scrittura e con la successiva Stupido conferma questa sensazione. L’album è un crescendo e si arriva alla stupenda Sangue con l’accoppiata testo/sound davvero notevole, raro in Italia da trovare un suono cosi’ diverso, anche se qui il cantautore romagnolo si esprime al massimo con la voce. Altra accoppiata da segnalare Delicato guerriero e la successiva tempesta di fiori. Anche se il meglio lo da con Qualcosa cambierà che viaggia tra la linea sottile che c’è tra poesia e banalità, dove la prima vince sulla seconda. Ancor più positiva l’impressione di Vorrei incontrarti. Il disco si conclude degnamente con Lezioni pratiche di vole e Feroce ed Inerme che sugella in modo sublime questo disco.
DISCHI FUORI MODA – SIKITIKIS. Un disco puramente rock ‘n’ roll all’italiana che però non cade nei soliti cliché anche grazie ai testi a sfondo sociale ma anche testi disimpegnati e incisivi. Ottimo lavoro, anche se inferiore ai precedenti lavori della band.
FIRESOUNDS – NEXUS. Altra realtà italiana interessante che ci regala un disco in puro stile rock anni 90 ma con senza una modernità contemporanea che ricorda un po’ (paragoni azzardati) il sound degli audioslave e dei moderni them crooked vultures, ma non mancano i momenti più quieti (in realtà pochi).
THE LONGED - FOR SEASON - WHEN THE CLOUDS. Vi rimandiamo alla recensione di Mario Esposito.
Nicola Orlandino
Miniplaylist: 1 pezzo per ogni artista:
Red Alert - A toys orchestra
Nebulose - I Quartieri
Chinese Glad Eno - 12 days of fitness
Esiste un posto - Tiromancino
Attento - Lele Battista
Mr Hide - The Record's
Qualcosa Cambierà - Andrea Chimenti
Morning has broken - Rita Sannia
Salvateci dagli Italiani - Sikitikis
Do it! - Nexus
Part Time - Casa
The Place where these paths leads - When The Clouds
Follonica - Baustelle