20H7D - Intervista a Daniela Serpi

Da Giammies
Questa settimana, per le interviste che sto realizzando ad ogni artista che partecipa al progetto 20H7D di Lesicade House, è il turno di Daniela Serpi, la fotografa e grafica, che sabato ha tenuto un fantastico vernissage intitolato "Io non sono qui; Nostalgiche assenze".Avevo già conosciuto Daniela, durante l'incontro unico tra di noi, partecipanti del progetto, e fin da subito avevo capito che era una ragazza tosta. Conoscendola meglio, in queste settimane, ho avuto la felicità di poter vedere diversi lati e tantissime peculiarità della stessa. Prima fra tutte, è il fatto che svolge il lavoro che le piace. Da sempre lei, appassionata di fotografia e del mondo della grafica, ha deciso di proseguire questo cammino, seppure tra tanti sacrifici e territori abbastanza difficil. Da Milano, è scesa qui, dove ha iniziato la sua attività.Il suo vernissage, ha fatto trasparire un lato di Daniela "lugubre" e "tenebroso", un lato di se incrementato dalla sua passione per i film horror, ma non gli horror ricchi di violenza e sangue, ma di quelli giapponesi, dove la paura, non viene resa in modo fisico, ma in modo mentale, in modo onirico. Non era il primo lavoro a tema horror che realizzava, infatti nella sua pagina, possiamo trovare tanti altri lavori, dove si vede assolutamente l'impegno costante che ci mette, mentre era la sua prima mostra, quindi l'emozione era tanta.Il lavoro di Daniela mi piace molto, perché è una passione associato ad un lavoro, un qualcosa che riesce a far coincidere e dove, chiaramente, si denota l'interesse e la voglia che il suo lavoro sia qualcosa di perfetto. Eccovi l'intervista a Daniela Serpi : 
Ciao Daniela, raccontaci qualcosa su di te.Ciao :) sono una fotografa/grafica, lavoro come libera professionista da qualche anno, adoro il mio lavoro anche se è molto faticoso e impegnativo. Quando non ho la macchina fotografica in mano ballo e canto in una compagnia di Musical. La mia filosofia di vita è quella di inseguire il Bianconiglio, chissà dove si va a finire.
La fotografia ti ha accompagnato da sempre nella tua vita, come mai hai deciso di portare avanti questa passione?Effettivamente la fotografia è sempre stata presente perché è una passione che mi ha trasmesso mio padre, quindi ho sempre avuto una macchina fotografica a disposizione. La scelta di portarla avanti non è stata presa a tavolino, è successo e basta, è una cosa che mi ha sempre divertito e mi fa stare bene. La scelta di trasformarla in un lavoro è arrivata piano piano col tempo, quando mi sono resa conto che l'idea di farlo tutti i giorni per tutto il giorno mi rendeva euforica, al contrario di tanti altri lavori. Quando è così non puoi che seguire la tua passione, no?

Come mai hai deciso di portare avanti la tua attività qui a Cagliari, invece di provare a Milano o comunque all’estero?Ho vissuto per diversi anni a Milano, dopo questa esperienza ho rimesso un po' in ordine le mie priorità. Milano, così come tante altre grandi città all'estero, è una città frenetica che offre veramente tanto. Mantenere però quel livello di stress e tensione costantemente non è per tutti. In più è un contesto esageratamente competitivo e avviare un'attività è molto più complicato rispetto a tante altre realtà. Io non sono una persona competitiva, non ho voglia di fare la guerra per ricavarmi il mio spazio e preferisco che i clienti scelgano me semplicemente perché il mio lavoro gli da qualcosa che apprezzano. Ciò che mi interessa maggiormente è fare quello che mi piace e vivere serena. Paradossalmente Cagliari da questo punto di vista mi offriva più opportunità: ho tantissimi contatti stretti durante tutta la mia vita e ho il supporto della famiglia e degli amici. Questo mi ha spinto a tornare qui e aprire la mia attività. Sono molto contenta di aver fatto questa scelta e per ora non ho nessun rimpianto.

 I tuoi progetti, nascono da un’attenta osservazione del mondo che ti ruota attorno?
Dipende dal progetto, in alcuni più di altri. Nei lavori su commissione cerco sempre di far trasparire dalle foto la vera bellezza e personalità dei miei soggetti, tutti hanno qualcosa di bello da mostrare. Anche quando si tratta di eventi cerco di cogliere la reale atmosfera della giornata, e le foto più spontanee sono quelle che poi vengono apprezzate di più. Quando invece si tratta di miei progetti personali allora la fantasia parte e chissà dove si va a finire! A volte parte tutto da un'ambientazione fantastica su cui poi costruisco una storia, altre volte da una persona reale che mi ispira una certa sensazione... spesso scelgo i miei modelli non tanto per la loro bellezza quanto per le loro capacità di interpretazione, spesso danno un enorme contributo. Penso che questo sia molto importante per ottenere delle immagini che trasmettano qualcosa. I progetti nati in questo modo sono quelli che mi divertono di più, mi sento un po' regista!
La presentazione “Io non sono qui; Nostalgiche assenze”, contornata dalle stupende foto in stile horror – onirico, da dove è stata concepita? E' nato tutto grazie ad una mia amica attrice, Laura Ortu, che guardando le foto è riuscita a capire perfettamente l'atmosfera che volevo creare e ha trovato dei testi che potessero presentarla al meglio. Mattia e Chiara hanno dato il loro tocco magico allo spazio dedicato al micro evento teatrale, Valentina Zuddas e Valentina Casula hanno messo in scena il tutto, dando una bellissima interpretazione ai testi, molto sentita. E' stato un bel lavoro di gruppo insomma!

Quale è il fotografo che hai come “pilastro” da seguire?Non ho un fotografo "guru", ci sono tanti fotografi anche poco conosciuti che seguo sul web e stimo, anche a livello locale!
Hai un lavoro che hai effettuato, al quale sei particolarmente legata?Si, sono molto legata alle foto che ho realizzato qualche anno fa dedicate ad Alice nel Paese delle Meraviglie. Sono un po' "rozze" ma ci sono affezionata perché, oltre a essere uno dei miei libri preferiti di quando ero bambina, é stato uno dei miei primi progetti "fantastici" realizzato dopo il mio rientro in Sardegna.


Questi giorni in House, come ti sei trovata? Che sensazione hai provato a realizzare una mostra con una tematica così importante?Ovviamente mi sono trovata benissimo! Mattia e Chiara sono due persone fantastiche, sia a livello umano che artistico, hanno saputo realizzare un allestimento perfetto per l'ambientazione che avevo in mente. In più sono bravissimi ad organizzare eventi dove c'è un reale scambio con gli altri, è una cosa rara.Per quanto riguarda la mostra mi sono sentita ovviamente imbarazzatissima! Era la mia prima mostra personale, nonostante pubblichi sempre i miei lavori online trovarsi faccia a faccia con le persone che osservano le tue foto, dove hai messo tanto del tuo, fa un'impressione molto diversa, mi sono sentita un po' "esposta"... ma dopo l'imbarazzo iniziale è stato piacevole ricevere tanti complimenti e le impressioni di tutti e sapere quali sensazioni hanno suscitato in loro le immagini.
Dove possiamo trovarti online?Potete trovarmi su facebook Daniela Serpi Fotografia, sul mio sito www.danielaserpi.it, su Instagram http://instagram.com/danielaserpi e su flickr www.flickr.com/photos/didychan/


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