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21 marzo: Lothar Matthäus, quando l’Ariete è maschio

Da Ginny @ginnyna

matthausPoiché uno dei primi motivi di pavoneggiamento nella mia famiglia è un cugino del nonno terzino sinistro dell’Inter anni ’60, siamo tutti interisti, chi più chi meno, sfegatati.

A 10 anni anche la vostra Pippo era una tifosa convinta, frequentava le gelide tribune di San Siro e sapeva la formazione a memoria: erano i gloriosi tempi del trio tedesco Klinsmann, Brehme e il numero 10 per eccellenza Lothar Matthäus.

 

Campione del mondo e pallone d’oro nel 1990, con Trapattoni come allenatore è stato protagonista dello scudetto dei record (1988/’89): sua la rete decisiva contro il Napoli di Maradona. E’ poi tornato al Bayern e oggi come molti colleghi è allenatore nella sua cruccolandia.

 

Vero maschio dell’Ariete, Matthäus è un leader appassionato, trascinatore dei suoi compagni di squadra, caratterizzato da un’energia inarrestabile e straordinaria forza fisica. Così il Trap si riferisce alla sua assenza durante una partita “Direi, forse, senza dubbio, forse che per vincere oggi ci è mancato un uomo, più che un uomo direi un uomo…”

Chiarissimo! In ogni caso l’impeto arietino lo rende protagonista oltre che del miglior calcio mondiale anche, negli anni, di svariati flirt e di ben quattro matrimoni con bellissime donne e top model.

Lothar Herbert Matthäus nasce il 21 marzo 1961 sotto l’energico segno dell’Ariete.


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