Pubblicato da fabrizio centofanti su dicembre 27, 2011
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- Sei bella, Ester.
- Grazie.
- Pensi che vada tutto bene?
- Che intendi?
- Se mi fermo un attimo, vedo un sacco di cose che non quadrano.
- Per esempio?
- A volte mi viene da pensare alla vita come a un purgatorio.
- Credi al purgatorio?
- Te l’ho detto, penso che sia qui.
- E perché non un inferno?
- L’inferno è una cosa per sempre, qui finisce.
- Non credi nella vita eterna, in Dio?
- Nulla può essere eterno. Come cadono le foglie, cadrà anche questo mondo, avvolto in un vortice di fuoco.
- E l’anima? Non esiste l’anima?
- L’anima! C’è un ciclo vitale che finisce col respiro. Lo stesso respiro del cane, del cavallo.
- Io, però, capisco; il cane no.
- Il cane capisce molte cose.
- E molte no.
- Anche noi ignoriamo quasi tutto.
- Ma sappiamo di dover morire.
- Un bel vantaggio. Forse sarebbe meglio non saperlo.
- Perché hai scelto di fare il presidente?
- Amavo i libri. Trovavo la felicità nelle pagine di una poesia, di un racconto, di un romanzo. Provavo emozioni, mi eccitavo, mi arrabbiavo, era lì che mi sentivo vivo.
- I libri non sono la realtà.
- Lo erano per me: anzi, li stimavo più reali del reale. Madame Bovary, don Chisciotte, il signor K. erano miei amici.
- E non sentivi il bisogno di baciare, di stringere una mano?
- Mi apparivano di notte. O li sognavo di giorno. Succede di tutto, quando chiudi gli occhi.
- Non è più così?
- Oggi non si scrivono più libri.
- E che si scrive?
- Prodotti commerciali. Roba da vendere alla gente, sempre più pigra, sempre più volgare.
- E perché continui a fare il presidente?
- Per l’unica cosa che è rimasta.
- Cosa?
- I soldi.
- E’ triste, Fausto.
- Per questo dico che la vita è un purgatorio.
- Penso che dopo il purgatorio venga il paradiso.
- Forse lo crede pure il cane: un paradiso dove accucciarsi accanto al suo padrone.
- A me basti tu.
- Siamo foglie che cadranno sul prato o sulla strada, ma è bello stare sul ramo per tutta una stagione.
- Mi piacerebbe trovare un libro che riaccendesse il tuo entusiasmo.
- Te l’ho detto, non esistono più libri.
- E’ strano lavorare con qualcosa che non c’è.
- E’ questo il purgatorio; spero non diventi inferno.
- Vorrei che ti apparisse un angelo, per dirti che puoi essere felice.
- Mi apparivano in sogno, prima di capire.
- Capire cosa?





