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Quindi ammettiamo che effettivamente io nel 2011 abbia letto 230 libri. Ecco, è vero che io sono particolarmente veloce nella lettura. Ma è anche vero che nel frattempo ho anche lavorato quasi full time (il mio part time significa che lavoro 4 ore in meno a settimana), ho badato alla mia famiglia in ogni modo possibile (la sveglia-vestizione-colazione-scuola alla mattina, cucinare, tenere la casa in modo semidecente, qualche volta anche fare la spesa), il martedì e il mercoledì danza, per non contare tutto il tempo passato con la mia famiglia e le mie amiche di varie provenienze. Eppure ho letto 230 libri: tutte le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, tutto Bartimeus, una valanga di fumetti (soprattutto americani), una tonnellata di gialli di varie sfumature, qualche fantasy. Non riesco a crederci, e non riesco a credere ai soldi che ho risparmiato grazie alla biblioteca (pur lasciando ad Amazon un buon 300-350 euro come minimo).
Ecco, qua e là qualche impressione.
V per Vendetta, Watchmen, From Hell e in generale tutto quello che sono riuscita a trovare di Alan Moore: boh. Probabilmente non riesco a valutare l'impatto che queste opere hanno avuto all'epoca in cui sono uscite. Ma le consiglierei più per dovere d'informazione che per godimento. Cosa che invece non avevo pensato della Lega degli straordinari gentlemen.
Supereroi & Co: nì. Ancora adesso non riesco a capire il format del supereroe, che è addirittura presente nei primi Sandman e accennato nel primo Hellboy, come se fosse un feticcio impossibile da abbandonare per chi scrive fumetti in USA. Non riesco a capire come possano formare un così complesso sistema narrativo (anzi due, contando la contrapposizione degli universi Marvel/DC), lo trovo ridicolo e infantile se visto da fuori. Eppure ci sono storie, anche di quelle che si avvalgono di questa complessità, che mi hanno presa. Penso al Cavaliere Oscuro colpisce ancora o a Civil War, oppure alle vicende degli X-men.
Di Bartimeus ho già parlato, facendo abbastanza "danni".
Subito dopo, mi sono immersa nel gorgo delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, che non ho ancora capito se saranno una goduria massima o un epic fail. Di sicuro c'è che la storia prende, i colpi di scena non sono mai scontati e l'autore è incredibilmente sadico nei confronti dei propri personaggi, soprattutto quelli a cui il lettore tende ad affezionarsi. Sicché non puoi mai indovinare dove si andrà a parare, e questo ti tiene avvinto più che mai.
Buona Apocalisse a tutti è stata una buona lettura da mare, divertente e spiritosa, e mi ha dato qualche spunto per un mio progetto preesistente (oltre a farmi capire come mi dovrò comportare in futuro con le mie piante).
Ho apprezzato alcuni libri di letteratura Young Adult: più di tutti la trilogia di The giver (struggente) e i primi due libri della trilogia delle pietre preziose di Kerstin Gier (divertenti). Ho odiato con tutte le mie forze Scarlett di Barbara Baraldi, sembra una brutta fanfiction di Twilight (dove i vampiri sono sostituiti da mezzodemoni).
Mi è piaciuto proprio tanto il primo romanzo di Stella Rimington, A rischio: una bella spy story ben costruita, in cui traspare la competenza dell'autrice nel mondo dei servizi segreti e in cui la protagonista, pur essendo una proiezione dell'autrice, non è una Mary Sue.
Invece non mi è piaciuto per niente l'albo di RED: un pasticcio pessimistico e malinconico. Per carità, pessimismo e malinconia vanno benissimo, ma magari li inserirei in un impianto narrativo un filo più robusto. A differenza di quanto sbandierato, l'albo dà solo lo spunto iniziale per il film con Bruce Willis e compagnia: infatti il film è molto diverso, è godibile e divertente, un giocattolone con azione e battute sull'età che avanza.
L'aiuto, di cui parla anche PianoBi e che mi è stato consigliato dalla mia bibliotecaria, è stato una sorpresa: riesce a parlare di razzismo nell'America degli anni '50-'60 senza cadere nella retorica, senza una scena di aperta violenza e scuotendoci fin nelle radici del nostro essere. Com'è possibile parlare con una persona che ti sta in casa tutto il giorno e considerarla inferiore? Com'è possibile affidare i propri figli a persone che poi non possono usare il nostro stesso bagno perché "che schifo condividere il bagno con una negra"? Io riesco a capire la diffidenza verso chi non si conosce e ha uno stile di vita diverso dal nostro, ma non ce la faccio proprio quando si tratta di persone che vediamo tutti i giorni, che entrano in casa nostra e accudiscono i nostri figli. Voglio dire: quando ho avuto da dire con la tata di Amelia, ho avuto da dire con lei in quanto persona, non in quanto africana o nera. Anzi, forse il fatto di provenire da una cultura diversa le ha fatto in parte da scusante.
L'ultimo libro letto, che sto consigliando a tutti e di cui parlavo nel post precedente, è Cose da salvare in caso di incendio. Pura poesia, lo sta leggendo anche Luca.
Ecco, lo sapevo, è venuto un altro post lunghissimo. Il fatto è che non riesco a star dietro ai libri che mi son piaciuti volta per volta: dovrei istituire le recensioni del mese. Che dite, lo faccio?
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