Pubblicato da fabrizio centofanti su dicembre 29, 2011
da qui
Andare non andare. Essere, non essere. Non starò esagerando? Da quando Arturo è entrato nel mio mondo – entrato? -, non ho pace. Non riesco a pensare a nulla che non diventi pagina, riga nera che porterà chissà quali sorprese. Devo averlo, la vita non avrebbe senso se dovessi perderlo – perderlo? Basta, ho deciso: vado.
Quanto tempo ci vuole per fare cento metri? E’ il viaggio più lungo della vita, perché ora Gilda glielo dice, costi quel che costi. Il parcheggio è pieno di macchine, un camion rosso è immobile nel bel mezzo al cortile – l’autista sarà andato a mangiare una pizza nell’esercizio all’angolo -, possibile siano tutti così maleducati? Quanto manca? Che cosa gli dirai? Un branco di lupi spunta dalla strada e si dirige su di lei – da dove vengono? Non ci sono lupi dentro una città – città? Sono grigi, scoprono i dentoni, ringhiano, aiuto, aiutatemi!, mi dica signorina, posso esserle utile?, non vede? i lupi! i lupi!, quali lupi?, è vero, non ci sono; erano solo i pensieri che ti assalgono ogni volta che fai un passo decisivo, come nell’esame dell’ultimo concorso, ti circondavano, sbavavano, strappavano i vestiti, cos’ha, signorina?, niente, mi scusi, forse sarebbe meglio che si facesse visitare, ma ora resiste, quanto manca? Possibile che il futuro chiuda sempre le porte, solo a me?
- Signorina!
Ha gli occhi azzurri, è giovane, ma sembra già maturo, la pelle è consumata. Cosa vuole? non dargli retta, Gilda, è un ostacolo al raggiungimento dello scopo.
- Signorina!
- Mi lasci in pace.
- Ho bisogno di aiuto.
- E io? Chi aiuta me? E’ una vita che cerco soccorso e non lo trovo.
- Basta poco, signorina, la prego.
Vattene, Gilda, è solo un mendicante, se muore di fame, nessuno se ne accorge.
Cosa c’è in quegli occhi? Perché non riesci a sbarazzartene? Fermati, Gilda, non lasciarlo andare.
Vai dritta, non voltarti.
Dagli quello che chiede, non ti pentirai.
Accelera, Gilda, è un importuno, tutta gente che molesta le persone.
Fermati, fermati.
- Cosa vuole?
- Mi aiuti, sono due giorni che non mangio.
Balle, Gilda, c’è la mensa caritas, ci sono i cassonetti: quanti affamati rovistano nell’immondizia per trovare un pezzo di pane smozzicato, mezza porzione di ravioli? Scansalo, digli il fatto suo.
Un euro, basta un euro, per sfamare un poveraccio.
- Come si chiama?
C’è una lacrima, negli occhi azzurri: cos’avrà da piangere?
- Mi chiamo Giorgio.
- Io mi chiamo Gilda.