“Nella notte tra il 23 e il 24 maggio del 1915 l’Italia entrava in guerra: era l’occasione per completare il processo di unità nazionale e liberare il Trentino ela Venezia Giuliadal dominio austriaco. Il nostro esercito, nel marciare coraggioso e silenzioso verso la frontiera con l’Austria, passò sul fiume Piave, che espresse poeticamente la sua gioia con il tripudio delle onde”. Da bambini a scuola ce la facevano cantare. Era “La leggenda del Piave” e a qualcuno di noi un po’ di emozione la causava. A dirigerla era la maestra Rosina (detta spregiativamente “Rosinò” per le sue dimensioni melvilliane) alla quale, sbracciandosi enfaticamente per darci il tempo, partivano anelli che se avessero colpito qualche giovane fronte avrebbero causato cicatrici permanenti. Questa mattina ci è tornata in mente come spesso accade quando, aprendo gli occhi, vediamo la data del giorno che ci apprestiamo a vivere. Quella scuola elementare molto paramilitare, e nella quale i maschi e le femmine venivano tenuti a debita distanza (allora i figli si concepivano a volontà), ci inculcò comunque il senso del “rispetto”, cosa che ancora oggi ci portiamo appresso come la lezione più grande ricevuta quando indossavamo il grembiule nero, il colletto bianco e il fiocco azzurro (rosa le bambine). Questa è solo una delle infinite ragioni per la quale spesso ci chiediamo che diavolo di scuola hanno frequentato quelli del Pdl e della Lega, se hanno mai intonato la “Leggenda del Piave” e se, dal momento che parlano spessissimo e a sproposito degli alpini, hanno mai cantato “Vecchio scarpone”, vero cavallo di battaglia della cara, nubile, impomatata, profumata in modo imbarazzante maestra Rosina. È si, perché ogni giorno che passa, accanto alla loro ormai proverbiale ignoranza, dobbiamo prendere atto che esiste una attitudine alla maleducazione che deborda quando la lotta si fa dura e, soprattutto, quando inizia a incunearsi nell’unica sinapsi on-line il dubbio (e la paura) della sconfitta. In quel momento mordono, attaccano, insultano, mentono, invadono, pervadono, distorcono, aggrediscono, sbeffeggiano, spernacchiano, sputano e paraculeggiano cercando in qualche modo di parare il colpo. Insomma, perdono la trebisonda esattamente come coloro che, abituati a vincere facile, non ci stanno a perdere. I pidielleghisti rappresentano una strana razza animale, uno di quegli ibridi che madre natura ogni tanto si diverte a creare per far capire che, comunque, alla fine è sempre lei che decide su cosa fare e su quale punizione infliggere a un mondo che cerca di turlupinarla a ogni piè sospinto. E questi ibridi, figli della cute e del silicone che gli ha invaso il cervello rendendolo di plastica, non perdono occasione per dimostrare la loro vera natura di mezzi esseri umani e mezzi prodotti di laboratorio. Mario Borghezio, ad esempio, è il risultato di un esperimento fallito, quello che tendeva a dimostrare che tutti gli esseri viventi sono anche pensanti. La sua ultima sortita verbale: “Se vince Pisapia Al Qaeda è contenta”, dimostra che la provetta nella quale era stato coltivato il suo cervello aveva una falla da cui era fuoruscito il liquor cefalo – rachidiano, incidente che ha purtroppo causato danni irreversibili. E uno di questi incidenti deve essere capitato anche a Laetitia. Pur non determinando la demenza come nel caso di Borghezio, alla Batman-Mom deve aver causato danni permanenti all’orientamento. A un utente che su Twitter le aveva detto “no alla moschea di prossima costruzione in via Puppa nel quartiere di Sucate”, Lady Moratti ha risposto che mai e poi mai a Sucate sarebbe sorta una moschea. La fregatura è che a Milano non esiste il quartiere di Sucate né una via Puppa, inventati di sana pianta dall’utente burlone. Il "disorientamento" morattiano è evidente e al danno si è aggiunta la beffa: centinaia di cittadini milanesi hanno chiesto alla sindaca uscente di andare a vivere a Sucate in cambio del loro voto al ballottaggio di domenica. Ad Augusto Minzolini e Emilio Fede invece, sempre la solita falla ha causato un danno permanente da "reiterazione". I direttori del TgUno e del Tg4 non possono non fare in continuazione le stesse cose. Così, dopo essere stati pesantemente multati dall’Agcom per le continue presenze in video di Silvio Berlusconi, i direttorissimi hanno pensato di farsi multare un’altra volta. Nel caso di Fede paga Silvio ma in quello di Minzolini paghiamo noi e questo, se permettete, ci fa girare un po’ le palle. Dopo i tagli trasversali di Tremonti, la fornitura di provette alle cliniche specializzate nella coltivazione di cervelli umani, deve essere arrivata dalla Cina visto che sono tutte fallate. Quella di Bossi ha causato la crescita abnorme delle cellule della volgarità, di Calderoli della deficienza psico-motoria che lo costringe a vivere sul ramo come un bradipo qualunque, di Roberto Castelli dell’insonnia clinico-patologica che lo ha reso uno zombie, di Gianni Alemanno della bulimia cronica mangereccia e da parentado, di Roberto Formigoni del senso del pudore trasformato in candore virginale e di Silvio nella morbosa mania di grandezza che lo ha trasformato nel Re Sole senza però fargli trovare la Luna. Per oggi basta così. La falla nella nostra provetta ci ha procurato un senso del limite che è duro a morire e impossibile da curare.
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