Viene a mangiare un amico di famiglia stasera, è un prete Nigeriano ed è sempre interessante come riesca inspiegabilmente, ogni volta, a farmi dubitare su quello che voglio credere…o meglio, non voglio…cioè mi spiego, forse è dovuto alla immensa stima che provo per lui…uomo di fede vero, di intelligenza e serenità spaventosa, sopravvissuto ad un fulmine, dotato di umiltà vera…fatto sta che quando ci parlo poi sto sempre a rivalutare i miei dubbi profondi su cielo, vita, chi sta sopra e chi sta sotto, alle cose, ai significati, alle cose perse. Lui compie 56 anni oggi…si a Natale, io due giorni fa, ci chiamiamo uguale, oggi era a Varese e “Vengo a mangiare da voi stasera” ci dice, non è una richiesta…che in realtà non serve… ci dice che viene e basta.
Quando arriva, sempre più magro, giacca tre volte più grande ormai, saluta e si siede, mi chiede…
“Come va…quando ti sposi allora che devo celebrare io?”
…e io gli dico “…che ti devo dire…al solito…non va benissimo…”
“Bhe io prego per te…sai…quando a me succede qualcosa di bello e sono contento…io mi dico sempre oggi è cosi…ma domani chissà…e quando tutto va male…tutto gira storto e le cose non vanno…io mi dico che oggi è cosi…ma domani chissà”, non il solito discorso ‘chiedi e ti sarà dato’ di chi si affida al fato o a qualsiasi divinità, sono quasi più parole di chi si è trovato un fulmine in faccia che ha distrutto sei alberi prima che gli arrivasse addosso, lui era il prossimo ma è rimasto vivo…non da prete, ha la sua fede ma sa che la vita terrena è una sorpresa dopo l’altra, che quel che viene dopo non sta a noi saperlo, che non c’è giusto o ingiusto ma un piano superiore, c’è speranza e fiducia ogni giorno.
A questo penso, quando mi ritrovo i dubbi sotto le scarpe insieme all’autostima a volte…e la speranza che certe cose cambino non si trova…penso che vorrei riuscirci, essere cosi, sereno, sapere che tempesta e quiete sono faccia della stessa medaglia.
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