“Nelle scuole, il 25 aprile fu soltanto un giorno di vacanza: come il 4 novembre o il Corpus Domini. Anche i libri di testo, del resto, prevalentemente davano all’avvenimento il significato di un tragico incidente – “i fratelli hanno ucciso i fratelli, questa orrenda novella vi dò” – verificatosi in una parte dell’Italia quasi per malinteso e comunque senza efficiente rapporto con la realtà storica della Repubblica Italiana. E credo che un maestro o un professore che avesse voluto fornire del fascismo o della Resistenza una più esatta ed efficace interpretazione la conseguenza di una ispezione o di un’inchiesta forse non avrebbe potuto evitarla. Se non ricordo male, un’antologia per le scuole medie di Natalino Sapegno, in cui si parlava troppo di Resistenza, e in cui c’era troppo Gramsci, fu segretamente bandita. Non c’è dunque da meravigliarsi che tanti ragazzi del Sud, scrivano oggi con indifferenza e insofferenza, se non addirittura con vituperio, di un avvenimento fino a ieri conosciuto più nelle sue declinazioni giudiziarie che nella sua portata storica.”
Così scriveva Leonardo Sciascia nel 1965, per il quotidiano palermitano l’Ora. Forse da allora è stata superata – almeno in parte, lo spero – questa tentazione degli Organi di Informazione Ufficiale (o ufficiosa) di “nascondere” l’evento. Voglio dire, probabilmente nei miei coetanei, nell’Italia che mi è contemporanea, c’è una maggiore consapevolezza (?). Tuttavia sono abbastanza convinta che l’indifferenza di cui parla lo scrittore di Racalmuto sia addirittura aumentata. Forse per noia – e sarebbe la cosa peggiore – forse per calcolo di qualcuno, spesso il 25 Aprile, ma non solo questa data, diventa occasione per scampagnate e affini. “Il Sentiero dei Nidi di Ragno”, di Calvino, questo è il libro che oggi voglio rileggere!
Sentiero