Cara sorella,
oggi Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il mio pensiero vola dritto a te.
A chi più di te, schiava di uomini, violenza e patriarcato?!
A te che infreddolita in quei vestiti eccentrici e striminziti, che camuffano il tuo dolore, cammini e ricammini per quella via buia e periferica. E dieci, e cento e mille e duemila passi e poi un cliente e poi un altro.
“E come sarà il prossimo? Sarà gentile? Sarà educato? Sarà volgare? Sarà manesco? Vorrà cose estreme?…mi ammazzerà?…Tanto chi mi cercherebbe?”
Hai paura di morire, hai paura di sparire come è successo alla tua amica Aina, lavorava con te giorno e notte e poi non l’hai più vista, hai chiesto disperatamente al tuo sfruttatore, il sig.Vergogna, che fine avesse fatto ma con due pugni ti ha zittita, e poi hai riprovato e calci e poi nel suo sguardo freddo e malvagio hai capito che non l’avresti più rivista.
Perché troppe come te, non vengono cercate, troppe come te, non hanno nemmeno un nome.
A te che a 14 anni i tuoi genitori ti hanno venduta per qualche decina di euro, perché sei figlia della fame e della miseria.
A te che non hai conosciuto la spensieratezza delle tue coetanee, non hai conosciuto il primo amore, un diario dove scrivere le tue follie di adolescente, le giornate a scuola, le interrogazioni, i film, le passeggiate, l’amore.
Ma hai conosciuto solo uomini soli, disperati e freddi che pagano una tassa per avere il tuo corpo, per avere un po’ del tuo calore che non meritano.
A te che a fine giornata devi consegnare la borsa al sig. Vergogna e se non hai guadaganto abbastanza sono botte, umiliazioni, violenze sessuali.
A te che sul braccio, sul seno e sulla schiena hai dei segni molto brutti, che non sono solo lividi, ma bruciature di sigaretta e solo tu sai il dolore che hai provato quella volta che hai tentato di fuggire e lui ti ha scoperta, ti ha riportata nel tugurio dove ti tiene segregata e botte, schiaffi, sputi, violenza e bruciature.
Ti ha marchiata e sfregiata. Ma quelle bruciature non sono che una minima parte del dolore che si può provare quando la tua vita e il tuo corpo non ti appartengono più e sono proprietà di qualcuno!
Quelle bruciature che ti ha inflitto quella volta che osasti lamentarti perchè stavi male e sanguinavi, non ti hanno fatto provare di certo il dolore del vedere tua madre e tuo padre cederti per quei pochi spiccioli.
Ti piaceva la scuola ma qualcuno ha deciso che il tuo destino fosse la strada.
E solo dopo hai capito chi era quell’uomo strano che venne a casa e che ti scrutava; e poi ti hanno chiesto di andare in camera tua e tu origliando hai sentito parlare di soldi: come potevi immaginare che stessero parlando di te?
Come può la carne che ti ha generata averti fatto questo? Come si può dare un prezzo alla propria figlia e cederla come fosse un oggetto ormai vecchio di cui disfarsi solo per sfamarsi qualche giorno?
Ti piace la primavera, perché nella strada da dove più di 4 anni ormai sei costretta a vendere il tuo corpo, spuntano dei fiori gialli e quando torni da quegli orribili 30 minuti con uno dei tanti sciacalli affamati, ne prendi uno, perché raccogliere quel fiore per te è l’unica cosa che ti dimostra che sei ancora viva, perché quel fiore per te è speranza , e la tua speranza ormai è solo una : fuggire!
E ogni macchina che si ferma preghi che sia qualcuno che ti liberi, ma tanto tu non credi più a nulla.
Sulla tua pelle si è praticata tutta la violenza del mondo.
E le hai provate tutte per farla finita. Tagliarti le vene, lanciarti sotto delle macchine in velocità ma il risveglio in ospedale si è rivelato più tragico dei tuoi giorni passati a camminare e ad aspettare il prossimo cliente.
Questo 25 novembre, il mio pensiero e il mio abbraccio, volano a te; e ti auguro cara sorella che la prossima macchina sia quella di un uomo che vuole guardarti negli occhi, perché negli occhi mai nessuno ti ha guardata, mi auguro che il prossimo ti faccia una carezza, perché mai nessuna mano con tenerezza e dolcezza ha sfiorato il suo viso, mi auguro che ti sorrida perché nessuno mai ti ha sorriso, mi auguro che ti regali un paio di scarpe comode con il quale tu potrai correre, correre senza fiato verso la tua liberazione!
Secondo l’ONU ogni anni almeno 2,7 milioni di persone sono vittime di tratta: l’80% dei casi è costituito di donne e minori, venduti ai fini di prostituzione, schiavitù o matrimonio. Circa la metà sono bambine tra i 5 e i 15 anni. In Italia l’80% delle prostitute è di origine straniera e proviene per lo più dai paesi dell’Est europeo e dalla Nigeria.
Questi dati e l’immagine sono state prese dalla pagina facebook “Le Arrabiate”