Pubblicato da fabrizio centofanti su dicembre 31, 2011
da qui
Come ho fatto ad arrivare fino a qui? Non ho mai messo piede in uno stadio. Tutte queste luci, questi suoni; e lui: quando uscirà? Vedrò i suoi riccioli castani? Mi sento sola, in mezzo a questa gente. Se mi prendesse il panico, dove potrei fuggire? Sento puzza di fumo: non è vietato, qui? Saranno sigarette? La testa mi gira. Suonami la tua canzone, è l’unico modo per uscirne, non ci sono posti dove andare, è logico per me finire qui.
E’ lui: guarda quanto è bello! Ma cos’è questo fumo? Saranno stelle, tutte queste luci? Algedi, Antares, Fomalhaut. Sei entrato in casa mia: perché mi hai cercato? La mia esistenza è un pugno di sabbia tra le mani: tradita, trascurata, praticamente morta. L’ho sentita già questa canzone, dove, quando? Possibile che la vita sia una musica che abbiamo già sentito? Chi conosce il segreto delle cose?
- Mi scusi, c’è qualcosa di strano nell’aria. Mi sa dire cos’è questo fumo?
La studia con un’aria di pietà. Cos’ha detto di male? Lui conosce il segreto delle stelle? Menkalina, Nekkar, Ras Alhague.
Comincia: come suona bene; si ricorderà di me? Non ho più nessuno da incontrare.
- Ci si può avvicinare, si può arrivare fino al palco?
- La faccia finita, sto ascoltando.
Si accendono altre luci: saranno già morte? Dalia sa che la luce arriva dopo secoli o millenni, a volte da costellazioni estinte. Qual è il segreto nascosto in questi nomi? Rastaban, Rigel, Sadalmelik.
Sono qui, avvicinati, ti porto nel mio viaggio, una nave fatta con le mie stesse mani.
- Fatemi passare, fatemi passare!!
- Ma da dove è uscita questa matta?
Lasciati guidare, segui le luci: Shedar, Spica, Alpherats.
- Sto arrivando, non so come ti chiami!
Questo fumo, non riesco a vederti!
Dalia!
Possibile? Lo stadio risuona del tuo nome. Arrivo, dove sei?
Sono qui, capisci? Si può navigare, se lo vuoi, è facile liberarsi dall’angoscia, se credi che ci sia una luce, in qualche punto del mondo.
Sì, le vedo: Alcyone, Gomeisa, Bellatrix.
Vieni, ho una canzone per mettere in fuga le tue ombre, c’è una follia che si trasforma in riso, una memoria che diventa respiro. Riposa. Poi verrà domani.
