![26/2011 - Grazie a Dio sono ateo 26/2011 - Grazie a Dio sono ateo](http://m2.paperblog.com/i/46/462652/262011-grazie-a-dio-sono-ateo-L-YJgCzN.jpeg)
I barbuti che si vedono nel film di Nadia El Fani Né Allah né padrone sono senza dubbio meno aggressivi di quelli che hanno assalito gli spettatori che assistevano alla proiezione della pellicola a Tunisi. La rassegna inematografica “Giù le mani dalla mia creatività” doveva servire a denunciare le aggressioni subite negli ultimi tempi dagli artisti tunisini.
Particolarmente nel mirino - anche se al momento dell’aggressione non era presente - proprio Nadia el Fani, regista del film sulla laicità in Tunisia.
La regista, che vive da dieci anni a Parigi, fuggita dal regime di Ben Ali, era stata condannata a morte: in rete una pagina su Facebook le prometteva «una pallottola in testa» e di «bruciare all’inferno» raccogliendo oltre trentamila adesioni. Mentre anche nella sua casa parigina si moltiplicavano le telefonate anonime di insulti e di minacce.
La “colpa” di Nadia El Fani è di essersi dichiarata «atea» e di averlo detto apertamente nel suo film interrogandosi su come potrà essere, a partire da oggi, sconfitta la dittatura di Ben Ali, la relazione tra lo stato e la religione in Tunisia. La prima critica che la regista fa, e in modo netto, è all’articolo 1 della costituzione tunisina, in cui si dice che la religione del paese è l’Islam. Come, dunque, costruire il nuovo paese democratico evitando il pericolo di una “interferenza” sostanziale nella vita dei cittadini da parte della religione? «Abbiamo sconfitto il dittatore, cacciato il padrone, ora non vogliamo Allah» dice.
VISIONS DE LA SEMAINE
Sur petit écran
Terminata la visione della 3a serie di "Nurse Jackie" e "United States of Tara".