Magazine Diario personale

283° giorno – A trent’anni dovrei fregarmene

Da Ayertosco

Mi arriva una chiamata nel bel mezzo del pomeriggio lavorativo, passato più a contare i diversi punti del corpo che mi fanno male che a lavorare. Numero sconosciuto…di quelli ‘+39 340…’ che dopo cinque cifre smetti di leggere e premi ‘Rispondi’…sarà Sky, o Vodafone…o la commercialista che accidenti, mi dimentico sempre di salvare il numero e tutte le volte rispondo con quel “Pronto?” diffidente e curioso e quella ci rimane male “Sono io” dice…e prima di ricordarmi chi è ho già detto le terribili parole “Io chi?”

“Come io chi?”

“…”

Per fortuna non è il caso, è un’altra donna al telefono.

“Salve…Emanuele Toscano giusto? La chiamavo per quell’offerta di lavoro su Linkedin alla quale si era candidato…” mi dice metallica, pare Optimus Prime donna.

“Ah si…cercavate un designer…”

“Si esatto…le andrebbe bene un colloquio o Venerdi alle 17:30 o Giovedi alle 16:30? Come preferisce…”

“Facciamo Giovedi”

“Benissimo…l’indirizzo lo trova anche sul nostro sito ma glielo lascio comunque”

Segno tutto su un foglio di carta e saluto…e sono un po’ incredulo…che su certe cose ci clicchi sopra giusto per sfizio o per non lasciare intentato nulla ma mica ci speri sul serio tant’è che il CV non è nemmeno aggiornato e il book inesistente e sono pure euforico sulla cosa per qualche istante ma poi subentra il panico perché io mi vedo già assunto contratto in mano il primo giorno di lavoro con un nuovo team tutto attorno a me, ufficio ordinato e figoso, vetrate ampie e luci…mica come il Sottomarino di adesso, con scaffali pericolanti, scale assassine, radiazioni ovunque, posizione inclinata di 45° per riuscire a stare sotto un tavolaccio trasformato in scrivania.

Guardo il loro sito…un miliardo di clienti importanti e cose pure carucce…la faccenda si fa seria…e partono subito le sinapsi a rimbalzare in giro nel cranio.

E se non ho abbastanza esperienza per disegnare mobili? Ho le idee più fighe dell’universo ma lo so solo io e son pure molto modesto…ma renderle realizzabili? Sono in grado di trasformare le immagini nel mio cervello in un prodotto venduto in un negozio? Lo so fare davvero? Dai cazzo…ho fatto un sacco di progetti e sono andati bene, ho accettato lavori in cui non sapevo fare nulla…mentre questo è il mio perché mi spavento? No no…quando penso troppo divento poco razionale…e io sto sempre meglio sotto pressione, se ho tempo davanti o dietro o spazio attorno mi adagio troppo e perdo appigli…

Quindi premo il pulsante di Batman su Whatssapp che ormai riflettori e telefoni rossi con il filo son passati di moda.

“Sta cosa del colloquio un po’ mi impanica” scrivo

“Perché??” risponde

“Boh non so…fanno design…non ho molta esperienza alla fine sul design di mobili…ho le idee e le so mettere su carta ma non ho davvero mai lavorato su sta roba…solo su altre cose…mi manca un sacco di esperienza”

“Tu devi solo andare tranzollo e sicuro di te, ognuno ha esperienza nel proprio campo devi viverlo come un incontro che serve anche a te per conoscere cose serve. Non è un esame, loro valutano te e tu valuti loro, dillo senza paura che tu hai esperienza in un campo un po differente non è mica una colpa”

“Si vero…vabbè, vediamo come andrà…è pur sempre esperienza”

“L’hai detto. Serve esperienza anche nel fare colloqui, anzi meglio fare ora quelli che ti interessano meno così quando arriva quello giusto sei pronto, dovrebbe valere anche per le fighe questo discorso”

“Il parallelo con le fighe è azzeccatissimo, pure stesso problema…mandi il cv ma non ti rispondono”

“Vita difficile”

E’ tipo un mio problema questo…c’è da ammetterlo candidamente. Quando devo confrontarmi con qualcosa in cui sento di poter dare il meglio soffro di crisi di sopravvalutazione…si insomma…io mi credo molto bravo ma metti caso che non lo sia davvero, molto bravo? E poi, tutti questi presunti talenti sempre tenuti nascosti…buoni in un angolo…jolly da tirare fuori dalla manica un giorno o l’altro e il momento però non arriva mai per nessuno…c’è sempre la paura di riscoprirsi meno bravi…che alla fine non ho mai messo in pratica seriamente certe cose, scontrarsi con un’ipotetica realtà dei fatti ed è per questo che spesso…e credo valga per tutti…i sogni nel cassetto ci rimangono chiusi, in quel cassetto. Volevi la casa al mare e sognavi la vita semplice ma temi che dopo otto mesi tu possa sognare di nuovo la città su cui sputavi per anni…e quella ragazza che accidenti forse è un sogno, non fai nulla e manco ci provi per non scoprire che tutto quello che credevi lei fosse non esiste, intangibile come vapore…e cosi quello che credi di saper fare e che credi ti porterà più avanti o più in alto rimane lì e aspetti e aspetti…ci sarà sempre una scusa o qualcuno da incolpare se non farai un cazzo.

Ma sono discorsi da stupido, la paura dovrebbe essere alle spalle a trent’anni, dovrei fregarmene di tutto e tutti a trent’anni, sbaglio anche a parlarne o pensarne a trent’anni…a trent’anni dovrei essermi lasciato alle spalle queste stronzate…a trent’anni dovrei fregarmene delle domande, dovrei solo cercare risposte, anche se tagliano.



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