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29. Lungofiume

Creato il 12 aprile 2012 da Fabry2010

Pubblicato da fabrizio centofanti su aprile 12, 2012

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Il lungofiume ti ricorda quello di Firenze. I lampioni sono uguali, come le curve delle insenature, i passanti che vagano con le camicie colorate e i cappelli di paglia, nonostante il cielo nuvoloso. Ti fermi davanti a un ristorante dalle tende verdi: Le Flor en l’Ile. All’interno, vedi coppie che si danno la mano, un ragazzo col berretto bianco che ride; sei tentato di varcare la soglia, ma non hai voglia di mangiare. Alzi gli occhi e inquadri i balconcini pieni di gerani, cerchi di leggere il nome della via, scritto in bianco su uno sfondo azzurro: Quai d’Orleans.
- Lei ha l’aria di essere italiano.
E’ un giovane con la barba rada, vestito di scuro, un maglioncino blu e pantaloni di colore identico, magro, con la faccia affilata.
- Non solo l’aria. Sembra di stare a Roma, è uguale al lungotevere.
Ti guarda male: hai sbagliato qualcosa?
- E’ tutta un’altra cosa. L’aria, appunto. Parigi è Parigi.
Le nuvole sono un batuffolo d’ovatta impolverato. Ti chiedi dove ballerà Eleonora. Ti piacerebbe portarla a spasso su questa sponda piena di alberi e muretti. Oltre il serpente verde del fiume s’intravedono i palazzi, la città: ti sembra che Roma sia più bella.
- Abita qui?
- Mi piace girare per il mondo, in cerca dell’anima gemella.
Sarà il grigio del cielo, il verde spento del fiume, ma non riesci a concepire una passeggiata romantica, da queste parti.
- Non l’ha ancora trovata?
Forse potreste affittare una bici e fare le gimkane tra le aiuole, oppure stravaccarvi sulla panchina davanti ai battelli in movimento e guardarli sfilare lentamente sotto il ponte di ferro.
- Per me non è facile.
Potreste attraversare il Charles De Gaulle facendo un tuffo eccitante nella storia, confrontare il passato della Resitenza coi grattacieli che si alzano come giganteschi frigoriferi che congelano il cuore della gente.
- E perché mai?
Dovresti trovare un diversivo, buttarti nelle strade interne, cercare inutilmente qualcosa che somigli agli scorci di Trastevere, dirle che rimpiangi la Sora Lella e Checco er carrettiere.
- Perché ho gusti diversi dal normale.
C’è una donna di colore che sbuccia un’arancia come stesse lucidando una pepita.
- Che intende dire?
Ti sembra arida e triste, la città: dove la porterai per farle provare un brivido di gioia?
- Mi piacciono gli uomini.
Ti chiedi se ci sia un angolo dove potreste ballare guancia a guancia, dove sarebbe facile riconquistarla, farla ancora tua.


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