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29. Ricadute

Creato il 26 febbraio 2011 da Fabry2010
29. Ricadute

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Riaprendo gli occhi, Cloe s’imbatte nel verde scuro dell’edera, che termina con una specie di coda di scorpione sollevata e pronta a colpire col veleno micidiale. Le sembra di sentire la puntura mortale iniettargli il liquido che invade subito le membra, provocandole un dolore insopportabile; ma è solo la brandina pieghevole in poliestere e alluminio su cui è rimasta sdraiata chissà quanto, dopo essere svenuta. Dall’edera-scorpione passa a contemplare il muro giallo e bianco scrostato e putrescente, in cui decifra immagini cangianti – un monaco ingobbito, un orsetto, un astronauta. In basso giacciono gli oggetti più diversi: un materasso rancido avvolto in un panno lurido e infeltrito, un carrello da supermercato con la barra rossa e la fessura per la moneta da riprendere alla fine della spesa, un cesto di vimini pieno di stracci inumiditi. Si chiede come sia possibile che un convento di suore sia ridotto in questo modo; passa in rassegna le letture preferite, da Giovanni Arpino alla monaca di Monza, dal Nome della rosa a Robin Hood, finché si rende conto di star venendo meno al voto di non leggere, di cancellare qualsiasi linea scritta – sulla pagina ma anche nella mente – e forse solo adesso è assalita dal dubbio che non ci si possa liberare da abitudini antiche che si fanno carne e sangue in una storia; anzi, proprio qui nel monastero, dove ogni stranezza sembra essersi data appuntamento, scopre che i singoli dettagli rimandano ai libri sepolti nell’inconscio: l’edera si getta verso il basso nel giardino dei Finzi Contini, lo scorpione esce dalle giungle intricate di Salgàri, il monaco dalla saga medievale di qualche scrittore americano; fa un ultimo e disperato tentativo di rimuovere trame, scenari, personaggi; ma più desidera il vuoto più il cervello si affolla d’intrecci, incipit, finali, finché non ricade stremata sulla brandina in poliestere, priva di sensi e di visioni, se non quelle inafferrabili dei sogni, con le loro storie imprevedibili e inaudite.



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