3 gennaio 2014
La recensione di Anchorman – La leggenda di Ron Burgundy
Frat Pack a livelli pericolosamente da collasso della mascella (per le risate) e pellicola che offre un ricettacolo di personaggi sopra le righe, con un Will Ferrel calato alla perfezione nel ruolo di anchorman arrivista, donnaiolo, ma dall'inaspettato animo buono (esilarante il rapporto con il cane). La vicenda, lineare, è sapientemente sviluppata attorno alle spiccate doti mimico/comiche dei bravissimi attori (gustosissime, poi, le brevi apparizioni di Robbins, Stiller e Vaughn). Un must per ogni Frat Pack-maniac che si rispetti.
In attesa di vedere sul grande schermo Anchorman 2 – The legend continues, che in Italia arriverà per giugno e prenderà il sottotitolo "Fotti la notizia", e per iniziare il 2014 con delle sincere e fragrose risate, ho pensato di rispolverare la memoria e revisionare Anchorman – La leggenda di Ron Burgundy, commedia frat pack del 2004.
Siamo negli anni '70. A San Diego (California) Ron Burgundy, lo sciocco conduttore di un telegiornale locale, insieme ai suoi colleghi maschilisti, deve fare i conti con l'arrivo di un'ambiziosa giornalista che ne scompiglia equilibri e abitudini, scatenando un'accesa competizione interna che si estende anche alle altre emittenti private.
Anchorman – La leggenda di Ron Burgundy è una commedia prodotta da Judd Apatow (regista tra gli altri dell'esilarante 40 anni vergine) e David O'Russel (produttore, regista e sceneggiatore tra gli altri titoli de Il lato positivo e American Hustle), diretta da Adam McKay (che esordì proprio nel 2004 con questa pellicola) e scritta da quest'ultimo in compagnia dell'attore e caratterista Will Ferrell. Si tratta di una commedia corale basata sul dualismo tra realtà e non sense, a mio parere una delle migliori del frat pack, in cui le situazioni sono strampalate e geniali allo stesso tempo. Un mix equilibrato di demenzialità e ironia grottesca che non può che generare oneste risate. Infatti credo che anche ai non amanti della nuova commedia americana Anchorman – La leggenda di Ron Burgundy possa riservare delle piacevoli sorprese. Niente è scontato e anche ad una seconda visione le battute mantengono la propria efficacia. Il segreto sta nella caratterizzazione dei personaggi, ognuno con un'integrità concettuale ed espressiva, e grazie anche agli attori tutti in stato di
grazia a partire dal protagonista Ron Burgundy: l'amatissimo giornalista edonista, donnaiolo, genuino, interepretato da Will Farrell, passando per i comprimari Paul Rudd e la sua colonia di pantera, David Koechner e il suo cappello da cowboy, Steve Carell e la sua festa nei pantaloni ed infine la bella Christina Applegate. Gli altri idoli della pellicola sono gli animali a partire dal cane del protagonista, lo scoiattolo sciatore, i gatti indossatori, il panda partoriente e gli orsi della sequenza finale. Inoltre il film riesce ad inserire intelligentemente anche una spiccata critica all'informazione su base territoriale, spesso eccessivamente frivola e vuota, poco attenta alle vere problematiche locali.Scena cult: la "guerra" cittadina tra le bande delle diverse emittenti locali resta una delle scene più divertenti, grazie anche ad un Ben Stiller con dei baffi lunghissimi e uno spiccato accento spagnolo (Stiller per questo ruolo ha ricevuto una nomination per i Ruzzie Award del 2004).
Momento memorabile: Ron Burgundy e la sua fenomenale, acrobatica, erotica esibizione al flauto traverso per conquistare la bella giornalista.
Curiosità: il finale di Anchorman – La leggenda di Ron Burgundy non è univoco, infatti esistono almeno 3 del film versioni (95, 103, 90 minuti), che potrete scoprire solo se siete in possesso di una copia in DVD.
Che dirvi: "Vai a farti fottere San Diego" … ehm, no era "Vivi con classe San Diego".
Federica De Masi
Il trailer di Anchorman – La leggenda di Ron Burgundy
Ecco il trailer del seguito Anchorman: The legend continues
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