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30. Onde

Creato il 31 maggio 2011 da Fabry2010
30. Onde

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La barca è una macchia nera in mezzo al lago, appena increspato; Yaacov, Yoh’anan e Andreas remano piano, come per cullare il sonno di Yehochoua, ancora turbato per la morte dell’amico. Il sole al tramonto disegna una scia gialla, compatta all’orizzonte, poi sempre più spezzata, come il respiro in una corsa, o il pianto che interrompe un discorso; le immagini si sovrappongono e confondono, tre uomini marciano in un canyon con prudenza, per non scivolare sulle rocce, il sogno di uno scritto di Dio, le parole di Yoh’anan, tra noi e la verità c’è il deserto: la distesa di sabbia piatta, infeconda, inospitale. Siamo scesi fino a qui per trovare l’acqua, la roccia; bisogna avventurarsi superando la paura, per trovare la vita, e ora che due pallottole gli hanno sfondato il petto, dov’è la vita? E il primo biglietto, il wadi tortuoso diventerà dritto: è la strada che porta dritto al cimitero, alla valle di Yehosafat, la distesa bianca, le case dei morti sul Monte degli Ulivi? Yehochoua, perché ti agiti, a cosa stai pensando? Dalla tomba di Abshalom a quella del sacerdote Zekaryah , dai B’nei Hezir alle gallerie scavate da ogni parte del mondo per risorgere qui, tra il monte e la valle, al suono della tromba. Yoh’anan, Eleazar e Nathane leggono le iscrizioni dei sepolcri, ora leggi il tuo nome?, sono assorti sulla soglia fra il tempo e l’eterno, dove arrivano le voci del deserto, gli echi di wadi nascosti agli occhi degli increduli, a cosa ti è servito credere, Yoh’anan?, alzano le mani verso il cielo, nell’abbraccio ovattato delle nuvole in cui trema il respiro rotto di Dio, che fatica a piangere nel mezzogiorno ardente di Yerushalayim. Le increspature del lago crescono impercettibilmente, ora sono onde, schiuma che esplode contro il bordo della barca: in pochi istanti è un fuscello in preda alla tempesta. Yaacov non riesce ad aggrapparsi al legno del sedile, è trascinato fuori, Yehochoua, svegliati, qui moriamo tutti! Apre gli occhi, azzurri come un cielo a primavera, si tuffa, no, sembra quasi camminare, una forza di volontà mai vista prima, afferra Yaacov per un braccio, svegliati, amico!, un urlo che spaventa il lago, Yaacov si lascia trascinare sulla barca, Yehochoua lo guarda negli occhi spiritati, vede una pistola che fa fuoco, senza che nessuno se ne accorga, un soprassalto generale, un voltarsi improvviso, un chiedersi che cosa sia successo, mentre Yoh’anan cade lentamente a terra, con una smorfia di dolore e una macchia rossa che si allarga in mezzo al petto. Yehochoua, ma come hai fatto! Dai suoi occhi azzurri scende una lacrima diversa – si capisce – dall’acqua delle onde.



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