Il giovane Chon (Arak Amornsupasiri) ha un incubo ricorrente, in cui vede un uomo uccidere e fare a pezzi una donna. La sorella preoccupata per lui, lo spinge a rivolgersi ad una psichiatra, la dott.ssa Usa (Kritteera Inpornwijit), moglie del misterioso dottor Sutì. Ogni notte il sogno di Chon diventa sempre più chiaro, finché non diviene preda della volontà della misteriosa donna cadavere. La prospettiva di Chon e della dott.ssa Usa cambia quando vedono il volto del cadavere conservato nella cella numero 19 dell’obitorio.
Body, la cui uscita nelle sale italiane era programmata per il 25 febbraio 2011, dopo quattro anni di attesa, si presenta come un film dalla trama piuttosto semplice, basata su un caso di personalità multipla, e dagli effetti speciali dal gusto asiatico (mostri femminili dai capelli lunghi, televisori senza segnale).
Giusta l’intuizione di dotare la trama di tensione, che purtroppo si affievolisce a causa dei lunghi tempi recitativi, vanificando così l’impegno della regia. I visul effects, sebbene denuncino un grande lavoro di post – produzione, risultano un po’ banali e sanno di deja vù, cosa che mette a rischio la riuscita del film in più passaggi.
Ad oggi non sappiamo ancora quando il film di Purikitpanya uscirà nelle sale e, nonostante i suoi difetti, è un peccato, perché si tratta di un horror asiatico con le potenzialità per uscire fuori dai suoi confini geografici ed essere visto anche da un pubblico occidentale.
Francesca Tiberi