Pubblicato da fabrizio centofanti su gennaio 8, 2012
da qui
- Sei sicuro che non venga?
- Fidati, mi sono informato.
- Non mi ha mai interessato questo posto.
- E’ istruttivo, però.
- Non pensavo ci fossero tutte queste stanze.
- Mi sono presentato come un editore.
- Ne sai una più del diavolo.
- Noi abbiamo una carta in più del diavolo.
- Noi chi?
- Vieni, dimmi che ne pensi.
- Di cosa?
- Di questi libri.
- Dovrei poterli leggere.
- Non ce n’è bisogno.
- In che senso?
- Fidati di quello che senti.
- Non sono capace.
- Guarda questo.
- Non mi dice nulla.
- Appunto.
- E’ sufficiente?
- E’ il libro più venduto dell’anno.
- Dovrebbe dirmi qualcosa?
- Leggi poche righe.
- Lette.
- Che ti pare?
- Non credo ai miei occhi.
- Deludente?
- Assurdo.
- Che si nasconde dietro tutto questo?
- Devi dirmelo tu.
- Fidati di te, Ester.
- C’è qualcosa di ottuso, anzi, di sinistro.
- E poi?
- Una violenza.
- Lasciati andare: a cosa pensi?
- Sento una pressione, qualcuno mi prende la testa e me la sbatte al muro. Vedo una folla. Un’ombra umana ripete frasi a voce alta, molto alta; grida: ripetete! La gente è indecisa, si guardano tra loro, ma l’ombra grida più forte: ripetete! Hanno paura. Pronunciano frasi sottovoce, ma vengono rimproverati: più forte! più forte! L’ombra ha una pistola tra le mani, parte una musica incalzante, un’orchestra che avvolge. non ce la faccio, devo smettere.
- Lasciati andare.
- La folla parla a voce alta, al ritmo della musica; alzano e abbassano le braccia, la sintonia è perfetta, la musica, le grida, l’orchestra che suona, sempre più incalzante ed avvolgente. Sono in trance, sorridono e gridano, alzano e abbassano le mani, non c’è il minimo scarto tra i loro movimenti; l’uomo con la pistola spara in aria ma nessuno sente, o meglio, gli spari si confondono con grida e note; mi perdo, non ragiono più, non ce la faccio.
- Lasciati andare.
- La folla ama la musica, grida, alza e abbassa le braccia, solo un uomo maturo interrompe i movimenti: smette di urlare, china la testa e pare leggere qualcosa: sì, ha un libro tra le mani, lo sfoglia, è una nota stonata, un pugno nello stomaco della macchina perfetta, dell’armonia senza sbavature. Il colpo di pistola quasi non si avverte; l’uomo si accascia portandosi le mani contro il ventre, gli altri non si accorgono di nulla, seguitano a urlare, alzano e abbassano le braccia, sorridono, sembrano felici.