da qui
Cosa sia successo, Leopoldo non lo sa: era seduto al tavolo del pub quando ha sentito un colpo alla testa, ha perduto conoscenza e adesso è qui, legato e imbavagliato in una stanza senza mobili dalle pareti bianche e il soffitto più basso del normale, al punto che sente sopraggiungere un attacco di claustrofobia. Davanti a lui, un uomo vestito di nero con un cappello a visiera gli toglie lentamente il bavaglio dalla bocca:
- Andiamo al sodo: lei sta diventando pericoloso per l’organizzazione.
- Quale, se posso permettermi? Leopoldo è turbato, comprensibilmente.
- Siamo un’agenzia privata che lavora per le scuole di scrittura. Ormai pubblica chiunque, per cui sono richieste alcune regole che noi facciamo rispettare, costi quel che costi. I libri degli autori che non accettano il sistema vengono bruciati.
- Le dispiace se dico la mia?
- Dica pure, ma l’avverto che non sono un gran conversatore.
- Lei è una semplice pedina?
- Sì, ma sarò promosso, a quanto pare.
- Non le si attacca addosso l’odore di bruciato?
- Lo considero un profumo.
- Che significa la targa Il tuo libro 451?
- Si riferisce alla temperatura in cui i libri cominciano a bruciare.
- Non sarebbe meglio spegnere gli incendi, invece di appiccarli?
- Un’idea assurda.
- Perché?
- I libri sono spazzatura, rendono infelice il genere umano.
- Ne è proprio convinto?
- Certo: producono gente antisociale.
- Legge mai i libri che brucia?
- E perché dovrei? Primo, non mi interessa; secondo, ho altro da fare.
- Lei è felice?
- Che?