Tu ti nascondi sotto le lenzuola, mi dici “mamma, fai finta che io sia Attila?”, io ti faccio pat pat sul culetto, dicendoti “ATTILA!!! Che ci fai sotto le lenzuola? Ma come mai non miagoli?”, e tu fai “meow!!!”.
Hai recuperato il tuo solito umore. Hai ricominciato a cantare e a scherzare, come hai sempre fatto.I “non vojooo!!!” come risposta a qualsiasi proposta sembrano archiviati. I nostri nervi sentitamente ringraziano.Se di trauma pisolinico si era trattato, è passato.Se stavi pure covando l’influenza, non posso biasimarti.
Tra un mese sarà il tuo compleanno, e io ho la testa (oggi assai dolente) affollata di immagini, di suoni e di odori: la tua testa, che starei tutto il giorno ad annusare, i tuoi occhi grandi e intelligenti, e la tua voce, così simile a quella di una nonna tornata bambina, che mi parlava per lo più per telefono.Ecco, quando parliamo al telefono mi si stringe il cuore, a pensare quanto sarebbe stata felice di conoscerti, ma in un certo senso vi conoscete eccome.
Comincio a pensare a come organizzare la tua festicciola, a cosa potresti volere tu.Di sicuro la torta non sarà a forma di Peppa.Però qualcos’altro sì.
Sei ancora piccola ma già grande, non voglio tediarti con Berlusconi in copertina sulla mia rivista preferita, spero che tu resti spensierata il più a lungo possibile.
N.d.R. Questo post è sconclusionato come il cervello della sottoscritta.