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36. Quando il bambino

Creato il 06 giugno 2011 da Fabry2010
36. Quando il bambino

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Chlomo si aggira nella piazza dove la gente prega, chiacchiera, impreca, avvolta nei mantelli a righe o stretta in camicine bianche e gonne grigie, persa nella massa informe che gira gira, come una colonia di formiche impazzite intorno al Muro che è l’estrema propaggine del cielo, a metà strada tra un punto d’appoggio e una barriera che divide dal destino imprevedibile, inquietante. Passa tra la folla come Mosè tra le acque del Yam Suf, il Mar dei Giunchi, che ingoia i fantasmi del passato e salva i desideri più profondi, quelli infilati sotto forma di biglietto nelle fessure che vomitano erbaccia.
Cosa pensa dell’arresto di Yeochoua?, fa il suo lavoro di cronista, sacerdote di notizie in bilico tra muraglie d’acqua, dove ogni cosa può significare il suo contrario, spostando le parole, così come si cambia d’abito, una maglietta colorata, un giubbotto di tela, il velo di una donna col bambino, lo chiede a un giovane che si dondola con il libro in mano, Yehochoua, chi è Yehochoua?, i carri d’Egitto incalzano, il Faraone impartisce ordini secchi, la cupola è una palla di fuoco che brucia le incertezze, arrestato: e perché mai?, le arcate dei portici sono bocche che mormorano e poi gridano, perché divide il pane e rialza i paralitici?, i cipressi ondeggiano al vento, le finestre sono orecchie che si fanno attente, sospettose, perché affronta i prepotenti, non guarda in faccia agli oppressori? uomini in mantelli bianchi s’inchinano ripetutamente di fronte al Muro impassibile che sputa ciuffi d’erba, rimettendo in circolo le forze che incassa dalla folla, sospingendola dritta verso la prigione, travolgendo gli agenti in tuta blu col sorriso impenetrabile da squalo, scardinando la cella di Yehochoua, perché dà voce ai poveri, perché non accumula denaro? due creature osservano da una finestra al primo piano, quando il bambino era bambino, ancora in grado di farsi le domande, perché io sono io, e perché non sei tu, perché sono qui e perché non sono lì, la vita sotto il sole è forse solo un sogno? c’è veramente il male e gente veramente cattiva?, ridono alla finestra, con la kippah e un berretto a fiori finti sulla testa.



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