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365

Creato il 10 maggio 2011 da Fredy73 @FedericaRossi5
Lo so, non dovrei scadere nell'autocelebrazione autoreferenziale. Ma oggi è esattamente un anno che il mio blog è on-line.
365 giorni. Dodici mesi in cui è successo un po' di tutto.
E sono contenta di constatare che la mia volubilità stavolta non ha avuto la meglio.
Non pensavo che avrei raggiunto questo traguardo. In genere mi annoio subito e quasi tutte le cose che intraprendo sono destinate a concludersi senza un degno finale. Per abbandono del campo.
Ma questo blog no.
E, in buona parte, è dipeso anche dai lettori che hanno alimentato il mio (già pronunciato) ego e ampliato i miei orizzonti.
Ponendomi di fronte a nuovi interrogativi. Stuzzicando la mia curiosità. Regalandomi il necessario feedback per chi, a torto o a ragione, lancia un messaggio nella blogosfera sperando che sia colto.
Attualmente, costretta a una tastiera che fa invidia a computer lillipuziani, non posso scrivere quanto e come vorrei.
Vi giunga, quindi, solo il mio ringraziamento. Perché l'interesse nei confronti delle mie stupidaggini - per me invero sempre sorprendente - mi ha confermato quanto già sospettavo: tutti i problemi sono comuni. Sono gli uomini che li vivono a renderli diversi.
Grazie, quindi, per avermi fatto sentire meno sola.
Grazie per aver dato alle mie tribolazioni il giusto posto e la migliore collocazione possibile in questa cosa che chiamiamo vita.
Perché, se è vero che qui non si affrontano grandi temi, è altrettanto vero che sono proprio le piccole cose a riempire maggiormente le nostre giornate.
E a farcele amare, odiare, desiderare, rimpiangere... In una sola parola a farcele vivere come grandi avventure. Come i picari o i corsari. In balia del vento e delle onde. Tentando di governarle. Piegando gli eventi della sorte al nostro volere. E con l'occhio sempre sospeso tra l'orizzonte aperto da solcare e l'approdo più vicino dove poterci rifugiare.Articolo originale di Federica Rossi per Poco sex e niente city. Non è consentito ripubblicare, anche solo in parte, questo articolo senza il consenso dell’autrice.

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