E’ ormai di moda, tra i liceali di alcune scuole, “okkupare”. La politica, però, c’entra poco.Si tratta di business. Di tirar su i soldi , e tanti, per la “paghetta” che spesso è scarsa, in famiglia. Parla “Neurone Zero”, un liceale di una scuola di via Lanzone, ex writer. Frequenta il centro Sociale Lambretta e lo Zam.
Carlo faceva il primo anno della Bocconi ed ebbe una idea geniale: compare birre al supermercato, metterle in un borsone frigo e arrivare a mezzanotte , quando la movida al Mom era al top. Due birre al Mom costavano una paghetta. Da lui si pagava 3 euro.Carlo s’è poi spostato alle Colonne, dove stravendeva alla grande.. Poi è stato beccato dai vigili urbani con due borse frigo, l’hanno denunciato, e Carlo ha mollato il business, e solo allora sono arrivati i marocchini.. Girano con un secchio e dentro un po’ di ghiaccio e le birre, si mettono in mezzo alla strada e vendono una Cheres a un euro. Fanno concorrenza sleale ai bar che vendono le birre a 3 o 5 euro.Ma poi ho scoperto che c’è un cartello che vende sia ai marocchini sia ai bar della movida : lo gestisce un pregiudicato del Ticinese, che ha diversi magazzini di alcolici nella zona . E’ un confidente della polizia e puo’ fare quello che vuole. Nessuno lo tocca. Il suo bar fa pure propaganda per Pisapia e quindi è coperto bene. Ci vanno i leoncavallini che ormai comandano in giunta, a Milano. Una volta questo boss degli alcolici lasciava parcheggiate alcune auto senza targa nelle vie intorno, piene zeppe di casse di birra Corona . Era il suo deposito ambulante. Ora ha affittato certi magazzini .Sta tutta la notte dietro al bancone del suo bar al Ticinese, fa dieci mila euro in nero ogni week end, vendendo superalcolici. Scontrini zero.. I suoi uomini si vedono alla sera, prima che cominci la movida: sono peruviani , o del Bangla Desh, percorrono a piedi il Ticinese spingendo grandi carrelli, pieni zeppe di casse di birra.Ma da dove arrivano queste birre? Dalla Cina. Sono false Cheres, false Moretti… false Heineken. Sono taroccate. Ma la gente della Movida non lo sa. Ma comunque gli studenti minorenni .possono sempre avere dei problemi, se acquistano alcolici in un bar. O per la strada. Ci sono a volte i controlli. Ci sono , certo, dei porti franchi, dove di sera ci si sbronza e, la polizia non interviene. Alle Colonne, c’è il bar di via Celestino IV gestito da un cinese, ma i residenti l’hanno fatto chiudere. C’è “ Da umbertino “, poi la Tabaccheria in via de Amicis, in via Vetere il Bar Banco.. Ma perché rischiare? Gli sbirri ti possono chiedere all’improvviso la carta d’identità.. E che figura ci fai con la tipa?…
L’idea l’ha avuta allora lo Zam, con “le feste studentesche” in via santa Croce. Una birra lì costa un euro. E lo Zam spopola tra i minorenni. L’incasso è da sballo, 4 mila euro a serata.
Ci vanno i tredicenni di tutta Milano . Davanti al locale, c’è fumo, c’è coca, ci sono le anfetamine, poi dentro si beve fino a stonarsi.Si incontra la tipa. Ci si fa e si sballa. Subito l’hanno imitato in cento. Il Lambretta , poi a Sesto sant Giovanni, in un enorme stabile , comodissimo… Una concorrenza dura…Basta occupare uno spazio, tanto il Comune ci incoraggia. A volte danno le dritte certi consiglieri….
E ho capito che un centro sociale è un sistema perfetto per far soldi . Innanzitutto la luce: è gratis. Poi c’è il ristorante da gestire: con la balla dei prezzi popolari.Si comprano piatti da riscaldare già pronti dai cinesi. Si mettono nel microonde, e il menù è pronto. Al ristorante “Il pane e le rose” di piazza sant’Eustorgio fanno così’. Tanto che alcuni ristoratori hanno scritto di notte sui muri dello Zam la parola “Ladri “. Si riferivano agli scontrini che allo Zam sono sconosciuti E poi c’è il grande business dei liquori: si comprano ora dai minimarket aperti da gente del Bangla desh, in piazza sant’Agostino. Liquori taroccati, false marche. Una bottiglia di Vodka la paghi un euro. Poi la rivendi a tre. Niente scontrini. Niente fatture. E arriva il sabato con la ” festa studentesca” : E’ un vero rave party…. Tu fai venire un disc jokey, gli dai cinquanta euro, fai venire il complessino punk di sfogati , suonano gratis se gli dai da bere,e fai pagare a tutti il biglietto per la serata danzante e cuccante. 3 euro. .Niente Siae, tutto in nero. E si tira coca e si scopa la ripa. Alla fine si arriva alla paghetta. Sono in cinquanta, allo Zam. C’è pure un mio compagno di banco. Formano una Coop. A fine mese si dividono in parte uguale il ricavato: magliette, pranzi, bibite, cd venduti…Il mio amico tira su un trecento euro. Se ne vanno tutte in benza per lo scooter, per le bombolette spray e per una pista di coca alle Colonne. Suo padre è un famoso avvocato: quando ha saputo che era stato bocciato e che snffava, gli ha sospeso la paghetta. E lui allora è diventato un boss dei “social”. Un imprenditore delle birre cinesi. Que viva la movida, siempre!”
(Svetly Lenets)