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Nella settimana in cui, il 25 novembre, si è celebrata in tutto il mondo la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, anche noi blogger abbiamo deciso di schierarci, proponendo film che affrontassero, in tutte le sue derivazioni, questa violenza.
Che sia fisica o psicologica, la violenza deve finire, e deve essere denunciata. E a volte, registi e attori ci riescono in modo più che efficace.
La violenza, però può anche essere nascosta tra le maglie di leggi di un governo che non tutela, che non protegge, che spinge a scelte contro il proprio benessere fisico o psicologico per l'appunto.
E' il caso della Romania, in cui l'aborto alla fine degli anni '80 non è consentito, in cui migliaia di giovani donne si vedono costrette a ricorrere a metodi e dottori illegali pur di interrompere una gravidanza non cercata, il più delle volte, o non possibile da mantenere, tra pressioni di famiglia e di una società che ti marchierebbe, tra situazioni economiche non certo favorevoli.
Gabita si trova in questa situazione.
E si trova ancora più punibile visto che la sua gravidanza è arrivata ormai al quarto mese.
Gabita però ha da subito un difetto: non la si compatisce, anzi.
Scarica tutte le responsabilità del caso all'amica e compagna di stanza nello studentato in cui vivono, Otilia, mandando lei a confermare una prenotazione in un albergo ormai non più disponibile, mandandola a conoscere quel medico che la aiuterà, mentendo sui mesi della sua gravidanza, sul loro rapporto, dimenticando la tela cerata per evitare di sporcare il letto in cui il suo bambino uscirà.
In questa sua inettitudine, in questa sua mancanza di polso, grava un giudizio a cui è impossibile non sottrarsi, mettendoci così dalla parte di quella società pronta a giudicare, pronta ad accusare e a non aiutare.
Fortunatamente, Otilia è forte, e accetta tutte queste responsabilità, anche la più dura di tutte, facendosi carico di scelte che vanno ben oltre la semplice amicizia.
Otilia si fa così portavoce di tutti i nostri dubbi, sciogliendoli e portando anche se stessa e la sua vita a riflessioni che una situazione così complicata comporta, trovandosi sola in mezzo ad intellettuali che blaterano a caso, trovandosi sola pur con un ragazzo che la ama ma che non sembra capirla.
Cristian Mungiu ci mostra queste due ragazze allo sbando in una sporca e decadente Romania, ci mostra la vita in comune fatta di compere al mercato nero, di prestiti e di aiuti.
Ma ci mostra anche il lato negativo di questa mancanza di aiuti, di questo ricorrere a metodi illegali, con la violenza che si fa così non solo dello Stato e non solo tra le leggi, ma anche fisica, di chi si approfitta della situazione.
Sporco e buio, il film va avanti facendo di Otilia la vera protagonista, seguendola nelle sue camminate e nelle sue fughe, nei suoi dubbi e nel suo dolore, nella deprimente stanza di un albergo o tra le strade di Bucarest, mostrandoci così una donna che pur subendo, reagisce, che ci guarda negli occhi e ci spinge a non dimenticarla, anche nel segreto.
Questo post, fa parte dell'iniziativa No more excuses - A week without violence proposta dall'amica Alessandra di Director's Cult.Qui trovate il programma completo:
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