Pubblicato da fabrizio centofanti su marzo 18, 2012
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La lingua è importante: capirsi, poter comunicare. Per questo Romolo legge libri in quantità industriale. La casa è invivibile; pile di volumi in bilico in ogni angolo possibile, perfino nel bagno dalle mattonelle grigioverdi: le copertine sono inumidite, corrose dal vapore che ci si abbarbica in una morsa senza scampo. Ogni copia ha un segnalino inserito in qualche punto; dopo dieci pagine, a metà o a poco dalla fine. In cartoleria sono stupiti del numero di segnalibri che Romolo accumula di settimana in settimana. Qualcuno pensa che sia pazzo. Una volta, la commessa carina si è azzardata a chiederne il motivo, ma lui ha reagito con violenza: parolacce, escandescenze, a momenti la picchiava.
- Perché fa così?
- Ha idea di cosa sia la privacy?
Veronica è una bellezza bionda dai tratti fini e taglienti nello stesso tempo.
- Anch’io leggo molto.
E’ spiazzato: dove trova il coraggio di affrontarlo senza perdere la calma?
- Cosa legge?
L’elenco è lungo. S’impegna a verificare mentalmente quante pagine ha letto di ogni libro che lei cita. Dieci di quello, cento di quell’altro. E’ tentato di chiedere lumi sui finali o lo sviluppo della trama, la coerenza dei personaggi o dell’ambiente. Il tempo passa; i commessi cominciano a agitarsi: come interrompere il discorso?
- Scusate, ci sarebbe da fare.
Lui s’infuria, getta i segnalini e urla di non tollerare la nevrosi dei commercianti del quartiere. Veronica lo guarda: solo lei ha il potere di ricondurlo alla ragione.
- Non vi preoccupate, stiamo per finire.
Romolo raccoglie i segnalibri, li consegna alla commessa, che li incarta e prepara lo scontrino.
- Può dirmi dove abita?
Se l’avesse chiesto un altro, se la sarebbe vista brutta; ma lei ha qualcosa di speciale.
- In una casa affacciata sul canale, poco distante dalla ferrovia.
- Non la disturba il treno?
- Quando leggo, non sento nulla di quello che succede.
- E quando va a dormire?
- Poggio la testa sul cuscino e parto. Sogno di libri: iincipit, finali, svolte improvvise della trama.
- Anch’io sogno avventure, racconti che s’interrompono, s’intrecciano, riprendono. L’ultimo finiva qui, in negozio.
- Cosa succedeva?
- Chiedevo a un uomo perché comprasse tanti segnalibri. Per questo ho osato disturbarla.
- Curioso. E l’uomo che cosa rispondeva?