da qui
Leopoldo è più perplesso che mai: Saulo Cioccolati, che sembrava possedere un segreto in grado di sciogliere i nodi della storia, è stato ingoiato dalle fogne e non ne è più riemerso. Di Maria non c’è più traccia: l’ultima volta l’hanno vista in compagnia di uno scrittore con un diario infantile ritrovato a decenni di distanza dalla sua composizione. Giulio da Padova è invischiato nella neonata bottega di scrittura. Leopoldo ha nostalgia di quelle apparizioni che, per quanto inconsistenti, sembravano arricchirlo e sostenerlo nelle esigenze più profonde. Decide di tornare al pub. La ragazza con lo straccio fa la faccia offesa, perché era tanto che lui non si vedeva.
- Non ce l’abbia con me, non immagina quante ne ho passate.
-Pensavo ci avesse tradito con un locale alternativo.
- Sono fedele al mio ruolo, come tutti i personaggi. E come loro, torno sempre sul luogo del delitto.
- Ricomincia con le sette birre?
- E perché no? Ho fatto tutto il giro e ho capito: il mondo si legge all’incontrario.
- Mi sembra di averlo già sentito.
- E’ una battuta di un libro di Calvino, in cui s’incrociano i destini.
- Vorrei che il mio destino s’incrociasse con qualcuno.
- A chi sta pensando?
- Anch’io ho letto un libro di Calvino: c’è una suora che scrive la storia e nel finale fugge con uno dei personaggi principali. In fondo, anch’io sto ascoltando un racconto: non potrebbe succedermi lo stesso?
- E a quale personaggio pensa?
- Di tutta la storia, ne conosco personalmente solo uno.
- Leopoldo arrossisce all’improvviso: guarda fisso lo straccio bagnato che la ragazza tiene in mano e si identifica a tal punto con l’oggetto che sviene, sbattendo la faccia contro il tavolo.