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42. Foglie

Creato il 23 ottobre 2010 da Fabry2010

42. Foglie

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Maria si sente leggermente sollevata: l’incontro con Gabriele le ha ridato un po’ di fiducia nella vita e, forse, anche nella sua scrittura. Decide di partire, per disintossicarsi ulteriormente. E dove andare se non a Parigi, per ritrovare l’ispirazione persa? Il corridoio dell’aeroporto le sembra meno lungo, la invade una strana frenesia, come si accingesse a scrivere la prima pagina della sua vita. Si sente in paradiso, libera, anche dagli impacci dell’arte che le hanno insegnato fino a ora: ha il desiderio di cominciare un’opera radicalmente nuova. Si ritrova, nemmeno lei sa come, sul lungosenna, vicina a un ponte dalle arcate pesanti di mattoni bianchi. Guarda l’acqua, le foglie che volano a tratti, spinte da folate di vento. Dallo scalone del ponte, che declina con una curva ampia e leggera, vede scendere un uomo di mezza età, con un impermeabile beige, una sciarpa amaranto e una scoppola che nasconde parzialmente i capelli biondi e spettinati. Ormai sono vicini:  l’alito dell’altro la investe a tradimento, deve aver bevuto:
- Dove va sorella?
- Sorella? non sapevo di avere un fratello.
- Lei è forestiera, posso mostrarle la strada. Non la prenda a male, se l’ho fermata così, senza conoscerla. Vedo bene che in questo momento lei è in difficoltà e io ho a disposizione molto più tempo di quanto in realtà mi serva.
- Dove abita?
- Non ho una casa, dormo sotto i ponti: ogni notte un ponte diverso. Ma sono un uomo d’onore: un uomo d’onore senza indirizzo. Devo confidarle una cosa: leggo nel cuore della gente. So che lei è in crisi con il suo lavoro di scrittrice; oggi è diventato un impiego, a cui ci si prepara con corsi noiosi e burocratici. Ma in quel modo non si arriva da nessuna parte. Il miracolo avviene qui, sotto i ponti della Senna, dove i pensieri sono mossi dallo stesso vento che spinge le foglie morte sulla banchina umida e nebbiosa. Per scrivere non bisogna imparare delle regole, ma lasciare che il cuore si converta, al vento, all’acqua, alla voce che passa e ha bisogno di silenzio per essere ascoltata. Dio vive sotto i ponti della Senna e detta il racconto che non saremmo mai riusciti a scrivere.
- Non so se sono pronta.
- Non c’è fretta, non deve preoccuparsi: quando vorrà, potrà trovarmi nello stesso posto. Mi raccomando, si ricordi il mio indirizzo, si faccia guidare dal vento, che non può sbagliare.
. Le do la mia parola che presto tornerò.
- Grazie, è stato un piacere poterle parlare.
L’uomo alza la scoppola dalla testa bionda, con un sorriso lieve. Guarda la donna allontanarsi, scomparire ingoiata dallo scalone ampio del ponte.



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