Pubblicato da fabrizio centofanti su gennaio 17, 2012
da qui
Gli sembra bellissima. Si sente in colpa verso Dalia, ma lei, lei è troppo bella: accarezza la pelle liscia come un lago d’estate; resterebbe lì, centellinando un sogno che lo libera dalle ambizioni velleitarie, le preoccupazioni, l’ansia di fare, guadagnare, riempire un vuoto sempre più profondo, Ester, abbracciami, stringiamoci fino a domattina, lasciamo che la musica c’invada, sta a noi, nessuno può impedirci di essere felici, è bella casa tua, piccola e accogliente, è il mondo che voglio, non m’interessa altro, cos’è il successo, il potere del denaro? Baciami, dammi la pace che ho cercato così a lungo.
- Sei strano oggi, cos’hai?
Non farmi domande, non ti accorgi che ho intenzione di cambiare, che la mia vita non mi piace più? Rinuncio a tutto, ai sogni di gloria coltivati fino a oggi: polvere, di fronte alla dolcezza di momenti come questi; che non passino mai, che la felicità dello stare qui con te non abbia mai una fine.
- Che è accaduto, Fausto?
- Ieri è venuto un tipo sconosciuto, non mi ha detto il nome.
Non mi costringere a ragionare ancora, non capisci che non è come prima? Come te lo spiego? Ho deciso di non farmi più domande, di vivere l’attimo presente, questa notte, i corpi che si allacciano, il silenzio di un mondo che credevo perso.
- Venuto dove?
- In ufficio.
- Che voleva?
- Non so.
- Se ti ha cercato, dev’esserci un motivo.
Perché insisti, non capisci? Vuoi far svanire la magia che mi trasmette un’energia mai sperimentata? Non ti basta vedermi diverso?
- Di cosa ti ha parlato?
- Di nuvole, di fumo: una città vista dall’alto, ali che crescono quando ti prendi cura di qualcuno.
Ecco, mi sento ridicolo, chissà che penserai. E’ vero che non bisogna compromettersi. Perché mi è sfuggito qualcosa che non dovevo rivelare?
- Mi stupisci, Fausto. Possibile che sia cambiato per la visita di uno sconosciuto?
Mi vesto e me ne vado, è tutto finito, un’altra volta.
- Ti ha parlato di libri?
- Libri? Nessun libro. Non ricordo il senso del discorso. Te l’ho detto: un tipo strano.
Che c’entrano i libri? Ancora col lavoro! Non c’è speranza in questo mondo. Mi alzo, me ne vado, un altro capitolo concluso.
- Ho conosciuto una persona simile a quella che descrivi: mi ha parlato di libri, di cambiare il mondo.
- I libri non cambiano nulla. Ora ti lascio, devo andare.
Ecco: un attimo di luce e poi, di nuovo il tran tran, le abitudini implacabili. Cos’hai? Non fare quella faccia, l’hai voluto tu. Il fumo, le nuvole, un’altra menzogna; il mondo è pieno di imbroglioni che si divertono a illudere la gente.