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44) Racconto: Haida di Beliveland

Da Angivisal84

Haida di Beliveland di Noemi Villari Creatura: Fata44) Racconto: Haida di Beliveland
Esiste un mondo. Un mondo diverso, dove tutte le creature vivono pacificamente.Esiste un mondo dove tutto ciò che desidera si avvera.Esiste un mondo dove anima e corpo vivono in armonia.Esiste, deve esistere.No, non sono pazzo, sono solo innamorato. Credere in tutto questo è l'unico modo che ho per vivere una vita felice insieme a lei... Tra l'altro il nostro mondo non mi appartiene, non lo sento mio: odio, falsità, ingiustizie, guerre, differenze enormi tra chi ha tutto, e chi non ha niente. Insomma non ci sto bene dentro e a lui non sto bene io per come sono. Non stanno bene quelli come me, seduti in disparte a guardare il divertimento degli altri, i loro sorrisi, le loro risate... li guardo e mi viene da pensare a chi sorriso non ne ha perchè ha perso tutto, io lo so perchè mi informo, a differenza della maggior parte della gente, e vorrei cambiasse questo mondo.La mia vita, il mio modo così malinconico di viverla, cambiò in un giorno che sembrava come tanti. Tornato a casa, dopo scuola, lanciai il mio zaino sul divano, seguito dal giubbotto di pelle nero, e andai subito nella mia stanza. Sdraiato, a pancia in giù e con la testa sprofondata nel cuscino, stanco della solita routine, mi fu facile prendere sonno.Ero in un mercato, ad una fiera forse, in un ambiente familiare comunque... Un profumo di erba e di fiori, uniti a una dolce brezza marina, formavano una sinfonia che mi persuase e mi fece voltare lo sguardo a destra. I miei piedi, nudi, passarono a toccare, da delle calde mattonelle e mosaico a dell'erba, sempre più folta e alta. Finii per trovarmi in un sentiero, ricco di alberi e fiori profumati. IL profumo che seguivo, però, era quello di una ragazza, quasi impalpabile, un'anima piuttosto, leggera, vestita di un azzurro sottilissimo. Correva e ogni tanto si voltava per vedere se la stavo seguendo. E quando lo faceva, la sua chioma bionda che ondeggiava nel vento, risvegliava in me desideri mai provati fin'ora.Dopo un tempo indefinito, lei si fermò in un posto dove l'erba tornava ad essere più bassa, in un parco forse, perchè il perimetro circolare era circondato dal alberi e, più verso il centro, da panchine in pietra. Ora riuscivo a guardarla meglio; era minuta, magra, pelle bianca e spendente, come fosse fatta di luce, e occhi di un blu così profondo, che mi venne difficile non affondare e perdermi. Non mi accorsi che aveva già iniziato a parlare:-...e mi chiamo Haida.- Disse con voce sottilissima. Non sapevo come far uscire due parole di senso compiuto dalla mia bocca, ero paralizzato dalla sua bellezza e dall'irrealtà del momento. "non può essere vero". - Vieni più vicino.- continuò lei allungando una mano verso di me. E io obbedii, anche se le gambe mi suggerivano tutt'altro. Presi un pò di coraggio:- Io sono Sam.-- Sam.- Mi fece eco. Poi continuò:- Volevo conoscerti, vederti più da vicino.- Il mio nome prima, poi quelle parole pronunciate dalla sua piccola e perfetta bocca, mi fecero avvampare le guancie. - Hai paura di me? - Come potevo aver paura di lei? Di una creatura così infinitamente bella e dolce? - No, anzi..- Risposi. Mi sentivo stupido, molto stupido.- E allora siediti, voglio solo parlare un po'. -Mi sedetti sulla panchina più vicina e lei si sedette alla mia sinistra. Era molto vicina e le sue ginocchia sfiorarono le mie per un istante. -Ti piace questo posto?- Oh si che mi piaceva. Fino ad ora era un posto fantastico, nel quale avrei vissuto volentieri, solo per il fatto che a pochi passi da una piazza, probabilmente nel centro di una città, si arrivava in un posto dove regnava la natura.Mi attenni a dire:- Si, molto. -Anche se non sapevo dove mi trovassi, al momento non mi interessava, mi importava solo di essere in quel luogo con lei, in quel preciso istante. Ci fu un lungo momento di silenzio, io non sapevo che dire, lei sembrava stesse riportando alla mente vecchi ricordi. Lo vedevo dal suo sguardo, puntato in alto, stava ricordando qualcosa che aveva visto. Mi interessa molto il linguaggio del corpo, capire ciò che pensa la gente è interessante ed ho letto diversi libri su questo...- Mi sembri un ragazzo interessante, io già ti conosco in realtà... Se vuoi posso dirti qualcosa di me. -"Interessante, un ragazzo interessante." Mi soffermai più su queste parole che sulle altre. Volevo solo sentirla parlare e non riempirla di domande, qualsiasi cosa mi avesse detto mi avrebbe affascinato, ne ero certo.- Parlami di qualsiasi cosa tu voglia. -Mi sorrise, e già quell'espressione del suo volto mi fece stare più a mio agio di quanto mi fossi mai trovato in una normale conversazione con coetanei.- Io vivo qui vicino, ho molte sorelle, tutte bellissime ed hanno già conosciuto l'amore: quello per la natura sconfinata di questo posto. Io la amo, certo, ma vorrei uscire fuori da questa zona, viaggiare per il mondo e perchè no, se potessi anche per i mondi. E l'amore... io vorrei anche trovare quello verso una persona, un anima simile alla mia, che vuole scoprire, conoscere sempre di più, superare barriere fisiche e mentali. Tra l'altro odio l'avere pregiudizi...-La sua voce non finiva mai di sorprendere, ed ora si metteva pure la sua anima, così simile alla mia. Dovevo aver paura di affezionarmi anche a lei? Qualcosa mi diceva di no, forse una speranza più che altro. Qualcos'altro mi spingeva per una volta a non pensare troppo, a non viaggiare troppo con la mente e a godermi soltanto il momento, il piacere di stare finalmente bene con una persona. Senza pensarci due volte dissi:- Io e te. Io e te abbiamo due anime simili! -"Io e te. Che stupido, sto correndo troppo." Mi sembrava di conoscerla da una vita, di prevedere le sue prossime parole o quella bellissima risata che seguì le mie parole. Si portò un'esile mano alla bocca mentre produceva quel suono. Era come una cascata di stelle. Sempre che le stelle sarebbero potute cascare così piccole e luccicanti come le vediamo noi da lontano.- Lo penso anch'io in realtà... ma non ti ho detto ancora quasi niente di me, voglio che tu mi conosca per bene. Che tu conosca me e il mio mondo. -"Il suo mondo" Quindi ci trovavamo in un altro mondo. In effetti era troppo bello per essere il nostro. Ecco spiegato tutto. Compresa l'infinita e pura bellezza sua e di lei- Parlami del tuo mondo.-Ero così ermetico rispetto a lei, ma mi veniva difficile far uscire dalla mia bocca già così poche parole.- Siamo a Beliveland. Qui quello che pensi conta davvero e se vuoi davvero una cosa, questa diverrà realtà... nella maggior parte dei casi. -Ci fu un altra pausa, nella quale lei guardò in basso a destra, stava ricordando un sentimento. Poi alzò di scatto la testa.- Ah ti ho visto parlare, anzi piuttosto pensare di politici...-Come poteva avermi visto? Glielo avrei chiesto più tardì.- Noi qui non ne abbiamo. C'è una stirpe, se così si può chiamare, che è stata inviata da un ente superiore. Loro sono gli unici ritenuti capaci di governare perchè hanno l'animo più puro di tutti noi e in grado di agire per il bene comune, per evitare che nascano nuove guerre devastanti tra i popoli.-Aveva parlato tutto d'un fiato, ma la cosa mi aveva messo più a mio agio.- Insomma, non è un mondo poi così tanto diverso dal nostro. La vostra sembra una monarchia, nel quale il re è stato scelto da un dio e non dal popolo e dovrebbe agire per il bene comune... Ma almeno da voi viene fatto davvero questo "bene comune" ?-- Mmm diciamo di si, anche se ci sono lati oscuri che loro cercano di nascondere. A mio parere non sono poi delle anime così pure.-- La tua mi sembra un anima pura.-Le dissi tutto d'un fiato anch'io. Poi continuai con la domanda che mi stavo tenendo dentro già da un pò.- Come hai fatto a portarmi qui? -Iniziò a toccarsi i capelli, delicatamente si arricciava la punte di un biondo chiarissimo. E io mi incantavo ad osservare ogni suo minimo movimento.- Fisicamente non sei qui. Ti ho chiamato, attraverso un sogno, qui questo è possibile. -Questo mondo mi affascinava sempre di più. " ma esiste veramente o è solo frutto della mia mente? ". La mia domanda a voce alta fu un altra, mettendo il caso che la risposta alla prima fosse si.- E come hai fatto ad osservarmi?-- Sono una fata...-"ovvio, ha le ali."- E posso vedere il vostro mondo da uno specchio di acqua qualsiasi.-Era tutto troppo inverosimile, per essere vero, ma volevo tanto che lo fosse. Abbassai lo sguardo, lei si avvicinò a me e mi prese le mani; quasi non le sentii.-- So che non riesci a sentirmi bene fisicamente. C'è un solo modo per poter venire nel mio mondo con anima e corpo.-Avrei fatto qualunque cosa per arrivarci. Lei lo vide dal miei occhi che per una delle poche volte, trasmettevano sicurezza, e proseguii:- Devi credere fermamente nell'esistenza di questo mondo, e nelle creature che lo abitano: fate, elfi, gnomi, streghe, maghi...e si, anche umani. Se non hai mai pensato a queste cose, ti verrà difficile, ma non impossibile.-"difficile, molto difficile per me che sono diventato così realista." Ma per lei avrei provato a fare pure questo.- Ci proverò, stanne certa, ma avrò bisogno del tuo aiuto.-Mi sorrise, per la seconda volta. Ancora aveva le sue mani sulle mie.- Io ci sarò, spero di poter tornare un altra volta in qualche altro tuo sogno, ma non sono certa di riuscirci. E' un permesso difficile da ottenere.-Parlando, non ci eravamo accorti che stava già facendo buio e si iniziavano a vedere le prime stelle. Mi accorsi che il cielo là aveva qualcosa di diverso.- Sai, vedere il confine del cielo, sapendo che voi non ne avete, mi fa pensare che vorrei tanto oltrepassarlo. Ma è impossibile, fare il viaggio dal mio mondo al tuo, almeno per una fata come me. -Disse levando gli occhi al cielo, come me. - Se esiste questo mondo, per me tutto è possibile, anche questo. Io ti giuro, un giorno ti porterò fuori di qui.Si voltò di scatto verso di me. Nonostante pochi secondi prima avesse detto era impossibile, pare volle crederci solo perchè l'avevo detto io.- Promesso? -- Promesso. -

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