Prima Ruby e il bunga bunga di contorno, poi la dichiarazione «meglio etero che gay», infine lo smottamento di Pompei.
L'Italia, quella peggiore come d'abitudine, è riuscita a fare il giro del mondo, per ben tre volte, in poco più di una settimana: un vero record!
Smotta Pompei e si sbriciola la domus gladiatori sotto il peso della pioggia e del cemento armato. Il sito archeologico più famoso del mondo sconta la politica del commissario facile e la volontà granitica del ministro Bondi di affidare Pompei a una fondazione a gestione privata, che può fare a meno delle competenze di un soprintendente. La rabbia degli archeologi: «Basta spot». Napolitano: «Una vergogna per l’Italia».
Insomma il solito balletto delle responsabilità.
Il crollo della Schola Armaturarum Juventis Pompeian e gli occhi (disincantati) del mondo puntati su un patrimonio dell'umanità quale è la città antica di Pompei, potrebbero essere la metafora del cumulo di macerie politiche dell'era berlusconiana, ormai difficile da gestire.
Non ci resta che consolarci con la casa dei gladiatori virtuale di Spartacus: Blood and Sand serial tv del canale Starz che proporrà a breve una nuova serie.