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45. Mal di pancia

Creato il 19 gennaio 2012 da Fabry2010

Pubblicato da fabrizio centofanti su gennaio 19, 2012

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- Aspetta qualcuno?
- Un amico.
- Viene da lontano?
- Abita qui.
- Sotto i portici?
- Sì.
Chi è quest’uomo, Gilda? Cosa vuole da te?
- E’ finito il tempo delle buste di giocattoli.
Hai paura: coma fa a sapere queste cose? E’ vero che siamo controllati, che leggono tutto, sulla posta elettronica, sui social network, che non c’è più niente di segreto, ma fino a questo punto? E dimostrandolo così, senza pudore?
- Come sa dei giocattoli?
E’ un tipo strano: l’impermeabile scuro e la faccia pallida, la sciarpa chiusa accuratamente nell’interno; cosa vuole? come si permette di entrare così nella tua vita?
- Oggi si sa tutto di tutti. Quando viene il suo amico?
- Da un momento all’altro. O fra un’ora. Non è il massimo della puntualità.
- Lei è timida e insicura, ma è arrivato il tempo delle scelte.
Scelte? Che sia pericoloso? Dovresti chiamare il centotredici?
- Quali scelte?
- C’è in ballo qualcosa di grosso.
Fidarsi, non fidarsi? Sarà bene continuare a dargli retta? Ma in fondo, che cos’hai da perdere?
- Insomma, sia meno misterioso: di che si tratta?
- Abbiamo bisogno di uno scrittore di talento.
- E io che c’entro?
- Non faccia l’ingenua: abbiamo bisogno del suo amico.
Come può essere al corrente anche di Giorgio? Hai paura, vero? Prova a domandargli dove ha raccolto questi dati. No, non dire niente, aspetta che si scopra, farà pure un passo falso!
- E’ vero, è uno scrittore. Potrebbe sfondare?
- Dev’essere il pubblico a deciderlo.
Che sia un agente letterario? Ce ne sono che vanno in giro a cercare talenti sconosciuti.Te lo immagini? Giorgio che vince il premio Strega; no, il premio Bancarella.
- Sa di che parla il suo romanzo?
- Non glielo ha detto ancora?
Ecco, qualcosa che ignora: un punto debole. Prova a dirgli che la trama è scadente.
- L’ho letto, ma non vale un gran che.
Cosa gli prende? Perché si mette una mano sullo stomaco?
- Si sente male?
Tutte a te, Gilda: ora anche lo sconosciuto che ti muore fra le braccia.
- Cos’ha? Devo chiamare l’ambulanza?
- Niente. Sono le bugie che fanno male.
Hai paura: chi sarà? Perché è così pallido? E perché è venuto a cercare proprio noi?


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