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5 cose che ho capito di Dissapore

Da Pausagolosa @pausagolosa

E’ un po’ di tempo a questa parte che ho notato che il blog DISSAPORE usa il numero 5 per creare dei decaloghi . Il 5 funziona, attira i frettolosi. Il post di 5 punti si legge velocemente. Poi la parola “sapere” ha una potenza incredibile, ti entra dentro e sai che devi leggere il post, lo devi SAPERE!

Post ultimamente scritti da gente buffa, che consiglia di non utilizzare il minestrone surgelato. Uno che legge per la prima volta un blog di cucina con  recensioni serie, capisce che non è atterrato sul blog panna e micini e forse ha delle nozioni di cucina e non è così scemo da andare a comprare il minestrone di plastica surgelato. Forse sono aliena io o quelli di Dissapore ormai sono disperati ed hanno una redazione di smidollati o gente che francamente si crede molto, soprattutto se si mette la foto con la divisa da chef e il nome ricamato sul taschino. Ridicoli

5 cose che dovete sapere sulla pasta fatta in casa (la pasta in casa varia da regione a regione non c’è una ricetta unica).
5 errori da non fare con il minestrone ( e ne fa una marea, di errori)
5 foodblogger da non leggere perché ci rompono gli zebedei con i racconti dei loro famigliari e animali.

Secondo Dissapore poi c’è un decalogo per riconoscere i ristoranti sciatti e tante altre cazzate, senza pensare a cosa c’è dietro una cucina. Il lavoro nero, spesso personale trattato di merda con paghe da fame. Te lo credo che poi fanno il minimo ed il ristorante ai tuoi occhi ti pare uno schifo, senza attenzione al cliente. Prenditela con il proprietario, che forse ha una marea di debiti o forse si è talmente scazzato in questo paese di merda, che il suo ristorante lo sta mandando in malora. Poi arriva il critico fighetto di Dissapore e lo stronca con la sua spocchia e boria, spesso fuori luogo e dannosa.
Una di loro candidamente ha ammesso che non sapeva come si facesse la mantecatura del riso – almeno statte zitta, scrivi su un blog di cucina non su Maglia a giorno – Non sanno più che scrivere e si limitano a far scrivere i post a gente che la cucina la vede una volta a settimana o forse non la vede affatto.
Pensare che Dissapore lo seguo da anni, per me era una guida di riferimento, ho sempre pensato che dietro ci fosse gente seria, in gamba e tosta sopratutto quando hanno fotografato il camion della DESPAR davanti a Eataly – li ho amati – dimostrando il bluff dei prodotti bio o km zero di Etaly.

A mio avviso le 5 cose che sta sbagliando DISSAPORE sono:

1 sta cercando clientela non per conto loro ma di altri, possibilmente nella fascia alta, i frettolosi, quelli che ancora possono permettersi di andare in ristoranti, fare la spesa a costi esagerati e pompati.  Usare tattiche di marketing alla fine ti fa guadagnare clienti, ma allontana gli appassionati e siamo tanti, tantissimi, vi schiferemo quando avremo capito quanto siete diventati commericali e sopratutto piegati al dio denaro. Il cibo è una cosa seria di questi tempi.

2 Cambiare la linea editoriale e far scrivere post alla camomilla cercando di non pestare i piedi ai finanziatori o peggio essere amichevoli con chi prima si criticava.

3 l’istigare a dileggiare chi non la pensa come loro in cucina o con la ricettina del minestrone. Dare addosso ai foodblogger – molti fanno un lavoro eccellente e non sono stupidi come li dipingete, dei principianti, per giunta da cuoche giovani e cretine che ne devono fare di gavetta prima di appiccicarsi sulla divisa immacolata la parola chef. Gli chef in cucina sono tutti zozzi e unti. Mai visto uno chef che cucina con la divisa immacolata. Dimenticate una cosa:  molti foodblogger in una cucina ci hanno lavorato, molti sanno  a cosa sono disposti i commercianti per spingere i loro prodotti.

4 Recensire marchi che poi misteriosamente appaiono nei negozi di lusso che vendono cibo per riccastri annoiati e in cerca della novità, o quelli di fascia popolare, qualche giorno dopo entrano in promozione nei supermercati.

5 non andare nei mercati rionali delle zone più povere e provare a fare la spesa. Avere a mente che forse c’è un pubblico meno abbiente, dove trovare gli spunti per scrivere articoli decisamente più interessanti.

Un paese che da solo potrebbe creare ricchezza con il cibo, graziato dalle condizioni climatiche che permettono una varietà incredibile di frutta e verdura. Acqua ed aria buona, pascoli immensi e prodotti pazzeschi a buon mercato, è ostaggio di 4 stronzi che ormai hanno deciso di coartare l’industria alimentiare e acquisiscono negozi che vendono cibo di basso livello facendolo passare per “cool”, ristoranti e tutto quello che riguarda il cibo in questo paese, perché il cibo è un affare di miliardi di euro e nessuno resiste al dio denaro.

Dissapore? Naaa Disonore!


Archiviato in:Dolci Tagged: 5 punti, chef, critiche, decalogo, Dissapore, Etaly, Farinetti, foodblogger

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