Correva l’anno 1946 ed il mondo tirava un sospiro di sollievo dopo la fine della seconda guerra mondiale. Tra vincitori e vinti la libertà ritrovata era nell’aria e la voglia di divertirsi e spogliarsi friccicava. Così uno stilista francese di nome Louis Reard pensò bene di dare un’ultima decisiva sforbiciata al capo fino allora più trasgressivo, l’Atome, liberando definitivamente il simbolo da sempre dell’emancipazione femminile e della ribellione ai padri old style: l’ombelico!
Nasce così il capo d’abbigliamento più pop, malizioso e malandrino che cadde come una bomba atomica sugli ultimi tentativi di rigidità genitoriale di quel tempo. E proprio da questo ha preso il nome: Bikini è infatti un atollo nelle Isole Marshall che nello stesso anno gli americani decisero di prendere di mira non con sgambati slippini ma con esperimenti nucleari!
Ad ogni modo il bikini una bomba lo fu davvero: il povero stilista parigino Reard non riuscì a trovare uno straccio di modella per indossare la sua rivoluzione di stoffa se non una spogliarellista del Casino De Paris e negli USA fu proibito addirittura ai concorsi di bellezza… finchè Ursula Andress, Rita Hayworth, Brigitte Bardot e la nostra Sofia Loren non lo sdoganarono sul grande schermo finendo in breve appiccicate ai muri delle stanze dei giovani di tutto il mondo… sui poster, ovviamente!
Sgomitando tra tabù e gelosie da centimetri di pelle in vista, il bikini è arrivato più succinto e disinibito che mai fino ad oggi e porta con se tutta la spensieratezza e la solarità delle vacanze, della libertà e del sole sulla pelle.
E adesso, sperando che passino in fretta queste poche settimane che ci separano dalle vacanze sotto il sole, toglietevi le scarpe e godetevi questa canzone:
QUESTO PUGNETTO DI STOFFA ESPLOSIVO PIU’ DI UNA BOMBA ATOMICA è NATO A PARIGI IL 5 LUGLIO DEL 1946 SOTTO IL CALDISSIMO SEGNO DEL CANCRO.