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800 mila cuccioli uccisi solo per il periodo pasquale. Sono cifre spaventose quelle che documentano l'autentico massacro perpetrato nel nostro Paese, l'Italia, ai danni degli agnelli, costretti, nella loro breve vita, a subire sofferenze indicibili e gratuite, in ossequio a un'anacronistica e crudele tradizione.
Animal Equality, proprio per invitare l'opinione pubblica alla riflessione su quanto accade a questi giovanissimi animali, svela attraverso fotografie e filmati, sconsigliati a chi non ha uno stomaco forte, cosa accade agli agnelli in diversi allevamenti e macelli italiani. Per più di un anno, infatti, gli attivisti sotto copertura hanno filmato scene mai viste prima, scioccanti e reali di quanto accade a questi cuccioli di appena un mese di vita, uccisi per diventare cibo 'tradizionale' sulle tavole degli italiani, anche e soprattutto in questo periodo prossimo alla Pasqua.
Cosa hanno scoperto? Cose orribili, che dovrebbero convincere anche i più scettici a non mangiarli:
1) Per cominciare, un agnello lasciato morto all'aperto per giorni e giorni, in avanzato stato di decomposizione, in un recinto a contatto con altri agnelli e pecore (con grande rischio di contaminazione per tutti gli altri animali).
2) Agnelli e pecore rinchiusi per ore in spazi molto ristretti, costretti a calpestarsi per il nervosismo e lo stress, senza cure veterinarie, in stato di ipotermia perché all'agghiaccio, in condizioni igienico-sanitarie pessime, in alcuni casi prossimi alla morte.
3) Agnelli sottoposti alla 'pesatura', una pratica illegale in cui gli agnelli vengono legati, issati per i carpi e pesati in gruppi, che può portare lesioni come strappi muscolari e dei legamenti
4) Addetti e allevatori che maneggiano gli animali con noncuranza e violenza, prendendoli per il collo o trascinandoli da terra con veemenza e persino lanciandoli per caricarli sui camion.
5) Questo negli allevamenti. E nei macelli? Beh, qui la situazione è anche peggiore: in uno di questi, specializzato nella macellazione dell'agnello, gli animali vengono radunati in recinti limitati da grate metalliche, molto stretti. Stressati e spaventati si ammassano l'uno su l'altro urlando e rimangono spesso impigliati nelle grate, ferendosi, nell'attesa di essere uccisi.
6) Secondo Animal Equality, l'elettronarcosi (l'applicazione di corrente elettrica per stordire l'animale e renderlo incosciente) non viene utilizzata correttamente ed è evidente dalle immagini che gli animali non vengono storditi del tutto. Al momento dello sgozzamento, quindi, sono ancora coscienti di cosa gli stia accadendo, scalciano e si dimenano fino alla morte, che sopraggiunge per dissanguamento.
La cosa peggiore è che si tratta, precisa l'associazione, di scene di violenza diffuse e non di casi isolati. Alla luce di queste testimonianze raccolte, Animal Equality denuncia pubblicamente all'opinione pubblica la crudeltà inflitta agli agnelli e lancia una campagna informativa attraverso il sito Salva un agnello dove si invita a prendere posizione contro queste violenze, impegnandosi a scegliere di non consumare un prodotto come la carne d'agnello, risultato di così tanta sofferenza, oltre che chiedere concretamente ai supermercati di evitare la vendita di questi prodotti.
Perché una vera Pasqua cristiana non può tollerare lo spargimento di tanto sangue e sofferenza. Facciamo pace anche nel piatto, per non essere complici né di questo, né degli altri orribili massacri di creature innocenti.
A questo punto non importa riconoscersi "carnivori" o "vegetariani", ma soltanto di non partecipare ed evitare a tutti i costi una spietata strage.
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