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Spesso la gente pensa che non sia possibile controllare le proprie emozioni e che esse siano una specie di turbine che ci sequestra e trascina dove vuole.
In realtà le cose non stanno affatto così e le emozioni sono governabili: sta a noi fare in modo che esse ci arricchiscano o ci complichino la vita.
In un precedente articolo – la palestra delle emozioni – abbiamo detto che occorre “metodo” e “allenamento”, come quando dobbiamo imparare a cavarcela con uno sport, ad esempio il nuoto.
Con questa metafora possiamo comprendere meglio che gestire le emozioni non significa “non viverle” ma viverle bene, e la psicologia sociale ci viene ancora una volta in aiuto.
Parliamo quindi dei 5 passi per gestire le proprie emozioni. In questo articolo elencheremo i primi 2:
Primo passo: conoscere le proprie emozioni.
Sappiamo distinguere la frustrazione dalla rabbia? E la gioia dalla soddisfazione? Ma soprattutto, ci conosciamo abbastanza da prevedere cosa ci fa arrabbiare, o ci fa felici?
Dare un nome a quello che proviamo è il primo passo che ci consentirà di distinguere le situazioni e, in seguito, di PREVEDERE le nostre emozioni.
Ma per farlo dobbiamo imparare a dialogare con noi stessi.
Un piccolo trucco:
E’ sufficiente ritagliarsi un quarto d’ora a fine giornata da dedicare a noi stessi per riflettere su ciò che abbiamo vissuto. Cosa abbiamo provato? Perché? Come abbiamo reagito? Potrebbe essere interessante fare una piccola lista quotidiana delle emozioni che abbiamo provato (e col tempo ci sorprenderemo a scoprire nuove sfumature: il nostro “vocabolario emotivo” starà crescendo), quali abbiamo preferito e quali proprio non sopportiamo.
Secondo passo: saper regolare le proprie emozioni
Per capire come regolare un’emozione occorre averla già provata e aver fatto il passo n.1, il riconoscimento. Non possiamo regolare ciò che non conosciamo, specie in ambito emotivo! Dobbiamo imparare per “prove ed errori”, riconoscendo gli errori, ma senza imbrogliare!
Infatti, quando facciamo un resoconto sulle nostre azioni siamo naturalmente portati a vedere la situazione in nostro favore. Questo è consueto e comune e serve a mantenere alta la nostra autostima; tuttavia quando serve imparare dai propri errori dobbiamo sforzarci di essere obiettivi il più possibile. [Si è vero, io gli ho spaccato la bottiglia del whisky in testa, ma lui mi fissava da almeno 5 secondi. Cos'altro avrei potuto fare? - NdAndre]
Riconoscere di aver esagerato nell’esprimere un’emozione può servire a regolarla quando ci ritroveremo in situazioni analoghe.
Le emozioni provocano delle modifiche fisiologiche (come l’aumento o la diminuzione del battito cardiaco, della pressione sanguigna, della temperatura corporea, ecc.). Ma dobbiamo ricordare che se il cervello ha detto al corpo di allarmarsi, il cervello può dire al corpo di calmarsi.
In ogni caso, il primo passo è fermarsi, prendere tempo PRIMA di AGIRE, prima di mettere in atto un comportamento. Le conseguenze possono essere imprevedibili se non ci riflettiamo PRIMA e spesso la cronaca ci sottopone casi in cui sarebbe bastato fermarsi un attimo a riflettere.
Ci dobbiamo chiedere:
- La mia reazione sarebbe appropriata alla situazione?
- Come sarà valutata dagli altri?
- Quali sono le conseguenze possibili per me e per gli altri?
Questo vale per le emozioni negative come per quelle positive. Può capitare, infatti, di essere così su di giri da rischiare persino di sembrare sciocchi o insensibili. Possiamo persino cadere in una “trappola”. A volte chi vuole la nostra reazione violenta (o imbarazzata) la sta cercando per farci apparire ciò che non siamo, cioè utilizza una provocazione. Oppure potremmo aver preso un abbaglio, rischiando di ferire una persona che non se lo merita.
Fermiamoci e riflettiamo. Questo vuol dire regolare le emozioni.
2 piccoli trucchi:
1) Il vecchio consiglio della maestra: prima di agire contate fino a dieci! Sembra banale, ma in dieci secondi il nostro stato emotivo può subire grossi cambiamenti: dieci secondi sono sufficienti per far smaltire “la botta” emotiva, infatti, l’emozione dura pochi minuti (se dura di più non è un’emozione ma un sentimento). Se mettiamo in atto un’azione o un comportamento in quei momenti rischiamo di agire in modo non razionale.
2) Pensate a situazioni che provocano effetti uguali e contrari. Usare un’emozione per frenare gli effetti di un’altra emozione. Facciamo un esempio? E’ possibile affrontare una paura immaginando la situazione critica come già superata. L’anticipazione della sensazione di aver già superato l’episodio difficile ci aiuterà ad affrontarlo in maniera più positiva.
…continua.
Questo articolo è stato scritto da Patrizia Guarino.
5 passi per gestire le proprie emozioni (I parte). è stato pubblicato da Andrea Ciraolo.