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50. Pietra

Creato il 20 giugno 2011 da Fabry2010
50. Pietra

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Sono davanti a una pietra rossastra su cui calano lampade eleganti, prepararono il corpo per la sepoltura in questo punto, due ceri a guardia su ambo i lati, non ho mai creduto a queste cose, sullo sfondo un’immagine in cui spicca l’oro fino del cielo, dicono ci siano gocce del suo sangue, Chlomo si china per guardare meglio, queste cose mi fanno imbufalire, cerca di tornare a quel momento, Yehochoua è morto da poco, ancora caldo, pieno di sangue, la faccia stravolta dal dolore, e questo sarebbe un Dio, ma il pensiero è ai Musei Vaticani, alla volta che rimase folgorato, era questa la pietra? la sfiorava la mano del Mashiah, mentre alcuni personaggi si chinavano ansiosi su di lui, Nakdimon, Myriam, Yousef il ricco, Magdalenne dalla bellezza straordinaria, la pietra, perché ti attira quella pietra?, Caravaggio creava cose più vere del vero, dicono che la letteratura sia così: narra il mondo com’è, non come lo percepiamo distratti da idiozie, e lui sembra dormire, come avesse concluso una giornata faticosa, e tu saresti un Dio? l’attenzione è concentrata su Yehochoua, anche se la donna grida con le braccia al cielo e Nakdimon sembra guardare da tutt’altra parte, forse soltanto per lo sforzo, nota come poggia i piedi sulla pietra, non c’è un dettaglio fuori posto, Chlomo, a cosa stai pensando?
- Pensavo a questa pietra.
- Ma va’, e cosa ne hai concluso?
- Rifletto sulla gente che si è chinata qui, che si è sentita attratta.
- E allora?
- Vedo la folla che cerca Yehochoua, il potere che detiene, forte come la Pietra dell’unzione, su cui però, da qualche parte, c’è una macchia invisibile di sangue.
- Sei d’accordo con me, bisogna agire, mobilitare, sfruttare la corrente favorevole.
- Yehouda, mi vengono in mente quelle facce
- Quali facce?
- Nakdimon, Myriam, Magdalenne: non cercano qualcosa al di fuori, sono attratti dentro, basta poggiare i piedi sulla pietra, questa pietra.
- Che stai facendo, Chlomo!
- Mi tolgo le scarpe.
- Sei diventato matto?
Sta guardando negli occhi Nakdimon, mi fai spazio? solo per un attimo; lo guarda con la barba rada, la faccia scavata dal dolore, vieni, c’è posto anche per te.



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