Passando davanti ad una profumeria, ho visto la nuova collezione di Diego Dalla Palma e la locandina delle 50 Sfumature (che, anche se non aggiungo altro, tutti possono già immaginare di quale colore siano, queste sfumature): dev’esserci un concorso legato al film, ma non mi sono fermata più di tanto a leggere.
In fondo, perché avrei dovuto? Non m’interessavano (e non m’interessano) quei libri, non m’interessa il film: figuriamoci il concorso.
E’ la mia (maledetta) allergia al mainstream.
Se qualcosa va troppo di moda e non ha spessore alcuno, dommage ma fuggo come la peste.
Così, circondata da messaggi che decantano queste sfumature, accerchiata da cartelloni che reclamizzano il film tratto dalla trilogia ed ora bombardata con concorsi da profumeria, ho sentito, fortissima, l’allergia al mainstream. La stessa che provavo quando andavo a scuola e tutte le mie compagne cantavano a squarciagola la (pessima) hit del momento.
Dunque, cari i miei soliti lettori voyeurS, se vi venisse il ghiribizzo di leggere o andare a vedere le sfumature delle quali non preciserò il colore, contate fino a dieci. Respirate profondamente.
Ed ora, CLICCATE QUI: si aprirà magicamente una pagina di Amazon.
Fidatevi della Scribacchina, non leggete neppure il titolo: cliccate «acquista» e aspettate in religioso raccoglimento che il corriere vi porti il malloppo.
Trattasi di un libro che potrebbe essere definito «di classe» rispetto alle sfumature di cui sopra (trattano lo stesso argomento, per la verità).
Lo lessi quand’ero poco più che maggiorenne, e… ricordo che mi sconvolse un pochino. :-)
Lo prestai ad una carissima amica, che lo tenne nascosto nel cassetto dell’ufficio dove lavorava: se l’avesse portato a casa, sua madre l’avrebbe visto, fors’anche letto. E chissà cos’avrebbe pensato di sua figlia?
Andò a finire che, passato un anno, le chiesi com’era il famoso libro.
Me lo riportò come gliel’avevo dato: intonso.
D’altra parte, conoscendola, non era il suo genere.