Magazine Cultura

52. Azzurro

Creato il 08 novembre 2010 da Fabry2010

52. Azzurro

da qui

Saulo decide di scrivere al suo amico romano, parroco di periferia.
Caro don Faber,
i personaggi della tua Maria prima o poi si fanno risentire: mi trovo a un bivio e ho bisogno dell’assistenza del pastore. Come sai, ho sempre lottato contro le scuole di scrittura, considerandole più un impaccio per la creatività che non un soccorso ai dilettanti. L’illusione di possedere gli strumenti giusti non fa che irrigidire ulteriormente, laddove si dovrebbe attingere a un filone vitale all’interno di se stessi. Sono più feconde le ossessioni della vita quotidiana, le passioni che spingono avanti nonostante tutto, scoprendo ogni volta livelli di coscienza sconosciuti. Due eventi inaspettati hanno turbato, tuttavia, il quadro che mi sono costruito: la morte improvvisa di Geenna e il mio scampare alla catastrofe in un modo inspiegabile secondo una logica puramente umana; al punto che ho fatto un pellegrinaggio a piedi alla volta della Cei e mi sono impegnato, con voto solenne nelle mani del cardinal Bagnasco, a non criticare più le botteghe di scrittura né recensire romanzi inesistenti per favorire la mia idea di narrativa. Davanti al portone del Palazzo episcopale ho incontrato un certo don Virzì, il quale mi ha proposto di condividere un progetto inteso a dimostrare che la via da battere è tutt’altra; la prospettiva mi solletica, perché corrisponde alla posizione di cui sono più convinto. Ma come la metto con il voto? Come sorvolare sul fatto di essere scampato a morte certa? Non sarà un segno che m’invita a rinunciare alle certezze coltivate fino a ora, per aprirmi alla lezione di Giulio da Padova, o addirittura a quella della Ricco Barocco? Eppure: non è stata quest’ultima a distruggere la Centraal Station, rivelando che forse, sotto certe iniziative, c’è un ambiguo gioco di potere che manipola le leve più intime della fantasia e dei sogni umani? Don Virzì mi pare spinto, a sua volta, da sentimenti poco chiari, come se anche lui cercasse un posto al sole in una guerra di tutti contro tutti. Mi chiedo se la letteratura non sia diventata una merce come tante, da piazzare a ogni costo e con qualunque mezzo. Solo tu puoi darmi un consiglio per uscire da un’impasse in cui mi sento sempre più impotente. Ho deciso di prendere il treno e raggiungerti nella tua periferia, immune – forse – dalle manovre incomprensibili dei centri di potere: un po’ d’azzurro nel buio che avvolge la mia vita, una goccia d’acqua su una rosa che rischia di appassire.
Tuo, come sempre
Saulo



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog

Magazine