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56. Bassotti

Creato il 14 novembre 2010 da Fabry2010

56. Bassotti

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Leopoldo deve decidersi a cercare Maria. Dalle parole di don Faber, ha capito che la via da seguire è quella dell’autenticità e della passione, ma è poco per dedurne un punto di riferimento concreto, una coordinata topografica qualsiasi. Un indizio lo possiede, a dire il vero: Saulo lo ha informato del sogno ricorrente dell’amico sacerdote, un ponte sopra un fiume e due occhi azzurri che brillano nel buio. Leopoldo ricorda che Maria avrebbe voluto fare un viaggio – lei che amava la sedentarietà, e tutte le avventure le trovava già pronte nel raggio dei due chilometri della vita di borgata. Gli aveva parlato di Parigi, città da cui era sempre stata affascinata, e non tanto per le strade, le piazze, i monumenti che tutti vanno a visitare – i Campi Elisi, Monte Martire, Monte Parnaso – ma per gli angoli che nessuno nota e che riservano sorprese a chi voglia raccogliere dettagli per i propri scritti. Leopoldo rompe gli indugi e parte; il corridoio del’aeroporto sembra meno interminabile, tanto è l’entusiasmo che lo spinge. Passando a fianco della libreria dei Voli internazionali, nota un libro dalla copertina nera e l’immagine colorata di un membro della Banda Bassotti col cappello blu e la mascherina nera; s’intitola Come vendere un milione di copie e vivere felici.
- Non c’è più religione! gli scappa di dire ad alta voce.
- Cerca la cappella? gli chiede l’esercente. E’ situata al Terminal C – partenze internazionali – lateralmente al Banco dell’Opera Romana Pellegrinaggi. Gli orari delle celebrazioni sono: festivi ore 09,00 e ore 11,00; feriali ore 08,30. Sala di preghiera multi-religiosa. I credenti di diverse religioni possono raccogliersi in preghiera nella sala di culto ubicata agli Arrivi internazionali, fra il Terminal C ed il Terminal B, a fianco dell’area Italiatour.
- Veramente mi riferivo a questo libro.
- Ah! Il romanzo di Antonio D’Orrifico: se continua così, di copie ne venderà più di un milione, mi tocca riordinarlo di continuo.
Leopoldo è incuriosito: prende il libro fra le mani e lo apre a pagina novantanove, come consiglia Mariarosa Mancuso:
Nelle ultime orge con i suoi tre compagni d’infanzia era rimasta assente, lontana, muta. E aveva registrato una preoccupante e assoluta assenza di lubrificazione nelle parti intime. Credendo di non essere sentito, uno degli Sbancomat, Sbancomat due per l’esattezza, il più dotato quanto a talento erotico, e anche il più dotato tout court, aveva confessato a uno degli altri Sbancomat (Sbancomat tre, per la cronaca): “E’ come mangiare un caco che allappa”. Quando si dice il dono della sintesi.
Leopoldo guarda la libraia, la libraia guarda Leopoldo. Il tutto ha la durata di qualche secondo; lui rimette il libro a posto e si dirige all’aerea di imbarco senza pronunciare una parola.



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