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59. Il muretto

Creato il 12 novembre 2011 da Fabry2010

Pubblicato da fabrizio centofanti su novembre 12, 2011

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Una cosa mi sembró importante, forse, più di altre: i vescovi dissero la loro.
Promuovere la collegialità tra i vescovi e il grado di comunione e di intesa con i sacerdoti e i religiosi.
Era il ventiquattro marzo quando Oscar Romero venne ucciso con un colpo al cuore, durante l’offertorio.
Il muretto è scalcinato e sembra crollare da un momento all’altro.
Fu come una ribellione preordinata. O un impulso del momento? La storia, a volte, apre squarci improvvisi sul palco logoro delle abitudini decrepite.
Sono le indicazioni pastorali fornite da Benedetto sedicesimo ai vescovi dell’Argentina, ricevuti in udienza al termine della visita ad limina.
Quando cade una bandiera, c’è sempre il rischio di perdere la guerra. Se la bandiera è rossa, l’hai già persa, dice qualcuno.
Oltre i mattoni in rovina c’è un quartiere bianco, dove gli alberi sono uomini anziani che si piegano l’uno verso l’altro per sentirci dall’orecchio buono.
Dietro la bandiera c’è un personaggio in tonaca nera che grida chissà cosa, l’importante è che parli, che faccia in tempo a dire la sua, prima che il gallo canti.
Il papa ha notato che il rapporto tra i vescovi e i sacerdoti è un ambito privilegiato di esercizio dello spirito di comunione ecclesiale.
I passi, i passi sul sentiero – ricordo l’odore, quando ero sul crinale: da una parte il monte, dall’altra la vallata.
Urla che la Chiesa non è una proprietà privata, che è inutile accusarlo di essersi piegato al comunismo – quando cade una bandiera, se poi è rossa – ma appartiene al popolo.
Allo stesso tempo i vescovi hanno il dovere di intervenire e correggere errori e deviazioni sempre possibili.
Come ci ero finito? Perché mi sentivo all’improvviso al cospetto di me stesso, come mi conoscessi per la prima volta, come se il silenzio mi ricordasse il legame con il tutto, i papaveri sparsi alla cieca nella discesa ripida, l’erbaspagna che prometteva guarigioni inaspettate?
Forse è per questo che gli hanno sparato, durante l’offertorio – se la bandiera è rossa, se qualcuno dice che è finita, se la Chiesa non è una proprietà privata, del papa o dei vescovi.
Tenendo un atteggiamento di carità e prudenza.
Mi sentii solo, per la prima volta, un punto nell’universo infinito, ero io, lì, sul crinale, a chiedermi che nome avessero i fiori gialli accartocciati che vedevo nella valle o quelli rosa, sul versante opposto, macchie di colore incerto spruzzate sl pendio come i sogni prima dell’alba.
La vita è una danza, anche la lotta; cercare la posizione giusta, come quando fai l’amore e sembra che tutto si chiarisca, per un attimo,ogni nodo si sciolga, la nuvola sia nuvola, la casa casa, e l’odore di lei un ricordo che ti è rimasto addosso.
La pastorale matrimoniale e famigliare vanno poi considerati due ambiti di primaria importanza.
I passi, i passi, mi sembra di sentirli i miei passi nel silenzio interrotto dal canto di un uccello, l’abbaiare rauco del capriolo, lo sbattere d’ali del fagiano.
Solo allora capisci che la vita è scegliere, abbracciare, affondare i colpi nella carne molle della storia, per generare un figlio che combatta per un ideale – se la bandiera è rossa, se la chiesa non è una proprietà privata, un uomo con la tonaca nera grida che non è del papa, che non è dei vescovi.
Allo stesso tempo è importante valorizzare e stimolare l’apporto dei religiosi alle attività diocesane.
Ci siamo anche noi, sono nostri i passi delle periferie, della lontananza da ogni centro, dell’urlo che nessuno ascolta, anche se è più forte del frinire del grillo, del mugghiare del bue, del ragliare dell’asino.
Dicono che fosse un santo, perché un santo muore sull’altare e sta dalla parte dei poveri, perché il Cristo è tutto ciò che è lontano e sofferente, il dolore votato al silenzio, la lacrima che cade inutilmente, l’abbraccio disperato in una notte in cui ti senti solo anche quando fai l’amore.
I vescovi dissero la loro, mi sembrò importante. Perché la Chiesa non è una proprietà privata. Mi ritrovai là senza sapere come, mi chiedevo che nome avesse il fiore rosso che intravedevo laggiù, oltre il muretto.


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